Scontri Inter-Napoli, il 12 ottobre udienza preliminare per l'ultrà partenopeo Fabio Manduca

Scontri Inter-Napoli, il 12 ottobre udienza preliminare per l'ultrà partenopeo Fabio Manduca

di Claudia Guasco
È stata fissata per lunedì 12 ottobre l'udienza preliminare per Fabio Manduca, l'ultrà napoletano di 40 anni per cui la Procura di Milano ha chiesto il processo per omicidio volontario, accusandolo di aver travolto e ucciso con il proprio suv Daniele Belardinelli, ultrà del Varese morto negli scontri del 26 dicembre 2018 poco lontano da San Siro prima della partita Inter-Napoli. Sarà il giudice Carlo Ottone De Marchi a decidere se Manduca dovrà essere processato.

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LA RELAZIONE TECNICA
L'uomo è stato arrestato il 18 ottobre del 2019 su ordinanza del gip Guido Salvini. L'accusa formulata dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dai pm Michela Bordieri e Rosaria Stagnaro è rafforzata sia da una decisione del Tribunale del Riesame che da un'importante consulenza tecnica firmata da diversi esperti, tra cui la nota anatomopatologa Cristina Cattaneo. Dalle 126 pagine della relazione emerge che, grazie al recupero di alcuni pezzi di vetro che erano nel giubbotto della vittima, si è potuto stabilire che Belardinelli, che aveva assunto cocaina, nella prima fase della 'guerriglia' ha colpito il finestrino di un Ford Transit, guidato da alcuni ultrà napoletani, con un bastone o qualcosa di simile e nel fare questo è caduto per terra, rompendosi una clavicola. A quel punto, Manduca, che con la sua Renault Kadjar seguiva il Ford Transit, ha accelerato e ha quindi schiacciato l'ultrà napoletano.

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TRACCIA SUL GIUBBOTTO
«Il corpo del Belardinelli, già a terra - scrivono i consulenti - probabilmente prono e con la fronte appoggiata sul tombino del manto stradale, è stato sorpassato dalla Renault».
Di quest'ultima circostanza c'è ulteriore prova, definitiva secondo gli esperti, in una traccia di sigillante che è stato trovato sempre sul giubbotto della vittima e che è quello utilizzato dal costruttore per il pianale inferiore della Renault Kadjar. Le condizioni di Belardinelli si sono aggravate perché, nonostante le frattura del bacino, è stato sollevato mani e piedi dai suoi compagni e trascinato a lungo. «Risulta, tuttavia, difficile immaginare - si legge nella consulenza - che gente priva di competenze mediche potesse immaginare l'entità delle lesioni pelviche e i possibili effetti negativi prodotti da un'inadeguata mobilizzazione del corpo».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 2 Ottobre 2020, 15:00
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