Saman Abbas, lo zio che ha indicato dove era seppellito il corpo: «Ma non l'ho uccisa io»

Danish dalle indagini dei carabinieri e dalla Procura di Reggio Emilia è considerato in realtà l'esecutore materiale del delitto

Lo zio di Saman, che ha indicato dove era seppellito il corpo: «Ma non l'ho uccisa io»

Ha detto di non aver ucciso lui la nipote Saman Abbas, ma ha ammesso di aver accompagnato i due cugini della ragazza, Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, a seppellirne il corpo. Lo zio Danish Hasnain, il pachistano 35enne che il 18 novembre 2022 ha indicato dove scavare per trovare il cadavere della giovane parente scomparsa dal 30 aprile 2021, due giorni prima aveva chiesto di parlare con la polizia penitenziaria del carcere di Reggio Emilia, facendo alcune dichiarazioni spontanee: «Voglio dirvi che io non ho ucciso Saman e per questo io non voglio avere una condanna per colui che ha ucciso Saman».

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L'omicidio di Saman: la ricostruzione dello zio

 La versione di Danish è la versione dell'uomo che secondo i carabinieri e la Procura di Reggio Emilia è in realtà l'esecutore materiale del delitto, accusato anche da una testimonianza del fratello minorenne di Saman. Il suo verbale, decisivo per il ritrovamento del corpo, è stato depositato in vista del processo che partirà davanti alla Corte di assise venerdì 10 febbraio: imputati, oltre a lui e ai cugini, i genitori della giovane, la madre Nazia Shaheen, l'unica ancora latitante e il marito, Shabbar Abbas, che invece è stato arrestato in Pakistan pochi giorni prima delle rivelazioni dello zio. Proprio oggi c'è stata una nuova udienza per l'estradizione di Shabbar chiesta dall'Italia, con un ennesimo rinvio, al 7 febbraio, quando forse il giudice si esprimerà sulla richiesta di liberazione su cauzione. Ormai è impossibile che il padre di Saman sia presente all'avvio del dibattimento, mentre ci sarà suo fratello, Danish. Che il 16 novembre ha dichiarato di essere stato svegliato, la notte tra il 30 aprile e il primo maggio, dai due cugini e di averli seguiti verso la casa degli Abbas.

Avrebbe quindi visto in terra, tra le serre, il cadavere della ragazza e ha aggiunto che gli altri due avrebbero incolpato la madre di Saman, Nazia, anche se secondo lui non era andata veramente così. 

«Era un modo per difendere la nostra cultura». Quindi i tre avrebbero portato il corpo nel casolare diroccato in Strada Reatino, dove c'era una pala già pronta per scavare. Danish ha detto anche di essere dispiaciuto per quanto successo a Saman, di aver pianto e di non riuscire a guardare mentre Nomanhulaq e Ijaz seppellivano il corpo. Il 18 novembre, insieme agli investigatori, ha poi ricostruito il percorso fatto quella notte, da casa sua al rudere, attraverso i campi. «Voglio che il corpo di Saman venga ritrovato per darle un luogo dove io un giorno posso andare per pregare, perché le volevo molto bene», ha aggiunto. «Secondo me l'ha uccisa strangolandola», aveva invece messo a verbale il fratello di Saman, parlando di Danish e spiegando che era stato lo stesso zio a confessarglielo. C'è poi il video che lo ritrae insieme ai due cugini, il 29 aprile, vicino a casa, con un piede di porco e una pala: per chi indaga stavano andando a scavare la buca per seppellire Saman. Una ragazza che voleva ribellarsi alle tradizioni della famiglia, non accettando un matrimonio forzato con un parente in Pakistan.

 

Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Gennaio 2023, 19:47
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