Roma, la sfida dei comunali: più della metà chiede l'aumento, ma domande piene di errori

Video

di Lorenzo De Cicco
La grande caccia all'aumento in busta paga, al Comune di Roma, è appena partita: 16mila dipendenti su 24mila hanno fatto domanda per strappare lo “scatto” nel cedolino. Pur mantenendo le stesse mansioni di prima. E molti non sono nemmeno stati capaci di compilare la domanda di promozione senza uno strafalcione: nei fogli, hanno avvisato garbatamente i colleghi dell’Ufficio Personale, sono stati trovati centinaia di errori. Ma non per questo è tramontata la possibilità dell’agognato avanzamento: a tutti è stata concessa una seconda chance, a patto che si rispettasse comunque la scadenza prevista dall’avviso, ovvero lunedì scorso, il 14 settembre. Vigili urbani, maestre degli asili, ma anche sportellisti dell’Anagrafe, geometri, travet.

Roma, la fuga delle aziende e l'inerzia del Campidoglio

Raggi e i rifiuti/ La beffa dei premi nuovo emblema del declino di Roma

È un ceto impiegatizio, col contratto a tempo indeterminato, che lamenta i danni da Covid: i buoni pasto sono stati tagliati a tanti che sono in modalità smart working - si crucciano dipendenti e sindacalisti - gli straordinari si sono ridotti al lumicino. E anche le «indennità» che solitamente ingrossano il netto in busta paga, per molti, non sono più state erogate dall’inizio dell’emergenza: come l’«indennità di sportello», il bonus che intasca chi lavora a contatto col pubblico, attività riconosciuta come incombenza extra, anche se a prima vista non parrebbe straordinaria, per l’impiegato di un’anagrafe. Ma tant’è. Per ottenere l’aumento (circa 60-70 euro in più al mese) conta non solo l’anzianità di servizio, ma anche la valutazione che i dipendenti hanno ricevuto nell’ultimo triennio. Valutazioni fatte da chi? Dallo stesso Comune, attraverso i dirigenti dei vari dipartimenti e dei 15 municipi. Anche se i romani rifilano da anni solo votacci a tanti settori gestiti dal Campidoglio, come annotato dall’Autorità di controllo sui servizi pubblici, le “pagelle” interne dei dipendenti sono quasi sempre impeccabili: ai vigili urbani di «categoria C», 4.068 agenti sui 6mila del Corpo, nel 2019 è stato dato in media il 94% del premio ipotizzato a inizio anno.

 

LE CATEGORIE

Tra i 3.157 impiegati amministrativi di «categoria D», ognuno ha intascato, sempre in media, l’81% delle indennità prefissate. Se fossimo a scuola, i voti andrebbero dall’8 al 9. Proprio grazie a queste valutazioni, molti dei 16mila candidati otterranno l’avanzamento «orizzontale». Il grosso delle domande è arrivato da vigili, impiegati dell’Anagrafe e insegnanti. Pensare che il Campidoglio sborsa già un miliardo l’anno tra stipendi e spese del personale: nel 2019 si è superata quota 1.011 milioni di euro. Ora, con la carrellata di aumenti in arrivo, il budget potrebbe lievitare ancora. Anche se molti candidati allo “scatto” non sono stati in grado neanche di redigere il modulo della richiesta: «Dai quesiti pervenuti, si evince che diversi dipendenti sono incorsi in errore», si legge in una circolare firmata dalla direzione del Personale il 2 settembre, dodici giorni prima del gong. Caselle non compilate e calcoli sbagliati sull’anzianità di servizio. Ma «la domanda già presentata, in caso di errori o mancanze - avvertiva la circolare - potrà essere modificata dall’interessato entro la scadenza dell’avviso», lunedì scorso. Come a dire, niente panico: nonostante gli svarioni, l’aumento non è perduto.
 

IL PATTO

«Queste progressioni economiche erano state pattuite nel 2019, con l’ultimo contratto decentrato che abbiamo firmato con la giunta Raggi - racconta Giancarlo Cosentino, segretario della Fp Cisl di Roma - Molti stipendi, con la crisi del Covid, si sono abbassati: tante indennità legate alla presenza in ufficio sono saltate». «Anche gli straordinari e i buoni pasto, per chi lavora da casa, sono stati aboliti. È avvenuto in molti dipartimenti, ora si cerca di compensare, in qualche modo», aggiunge Mauro Cordova, presidente di “Urbe Capitolium, associazione dei dipendenti di Roma Capitale”. Diversi uffici, da lunedì, hanno provato a riaprire col 100% del personale alla scrivania, anche se le regole nazionali (e quelle decise dal Campidoglio) fissano il tetto al 50%. Alla mossa difatti è seguita la reprimenda del Comune: tornate subito al lavoro agile. Aspettando l’aumento.
 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Settembre 2020, 12:18
© RIPRODUZIONE RISERVATA