Willy, ai funerali arriva "Er Brasile". La polizia lo ferma: «Volevo solo portare fiori, ero il suo idolo»

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«Volevo mettere sulla bara un mazzo di fiori, ma appena i giornalisti mi hanno visto è stato come se ci fosse il diavolo». Lo dice all'Adnkronos, Brasile (vero nome Massimiliano Minnocci, romano, della borgata di Pietralata) andato a Paliano per i funerali nel campo sportivo cittadino di Willy Monteiro Duarte che racconta: «Volevo andare da semplice cittadino. Non mi volevo fare pubblicità. Quel ragazzo mi seguiva sui social, ero il suo idolo per il riscatto che sto avendo. Me lo hanno riferito i suoi amici e per questo sono andato a rendergli l'ultimo omaggio».

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«Sono arrivato ed i giornalisti hanno cominciato a dire 'il Brasile, il Brasile'...La Digos si è girata, 'vieni qua, non ti muovere', mi hanno detto e mi è risalito l'odio passato. 'Ma che, mi sequestrate? Di cosa non mi muovo?'. Loro sanno che quando fanno così mi fanno ritornare indietro nel tempo. Sanno - rimarca Massimilano Minnocci - come farmi partire la brocca. Mi hanno trattato come un bandito di borgata e questo non è giusto perchè io sto cambiando e siamo tutti uguali».

Quindi con amarezza Brasile conclude: «Ormai per determinate persone è meglio che non cambi mai, perché gli fai comodo. Il Brasiliano che si ripulisce non serve più a nessuno. Vogliono il burattino».
Ultimo aggiornamento: Sabato 12 Settembre 2020, 13:49
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