Whistleblowing, licenziata in Comune: è la prima a subire gli effetti della norma
di Flavia Scicchitano
Primo licenziamento di un dipendente del Comune di Roma in applicazione del Whistleblowing, la norma che permette di segnalare il comportamento illecito di un collega. A farne le spese una lavoratrice del Campidoglio, di circa 50 anni, che lavorava nell'Ufficio anticorruzione. L’impiegata, come fa sapere il suo avvocato, Giuseppe Pio Torcicollo, era stata segnalata anonimamente nel marzo scorso da un collega che l'accusava di assentarsi dal lavoro dopo aver timbrato il cartellino. Il licenziamento della dipendente comunale è arrivato a cinque giorni dall’ok definitivo alla legge sul Whistleblowing, approvata il 15 novembre dalla Camera dei deputati. La legge garantisce infatti un percorso sicuro per chi all'interno di aziende, pubbliche e private, decide di segnalare condotte illecite, la nullità degli atti ritorsivi subiti dal segnalante dal datore di lavoro, multe salate per chi effettua discriminazioni. In sostanza il provvedimento, che nasce da una proposta del M5S e una del Pd, sancisce che il dipendente che segnala al responsabile della prevenzione della corruzione dell'ente cui appartiene, all'Anac, all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza non possa essere mai, per motivi collegati alla segnalazione, soggetto a misure ritorsive, sanzioni, licenziamenti o demansionamenti. Eventuali misure discriminatore dovranno essere comunicate all'Anac. Per garantire la tutela del segnalante la proposta di legge stabilisce la segretezza dell'identità dell'autore della segnalazione. "L'approvazione della legge sul whistleblowing rappresenta un esempio evidente di come il Parlamento e il Governo vogliano promuovere la legalità nei luoghi di lavoro e proteggere chi subisce ingiustizie”, ha dichiarato la ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Novembre 2017, 21:20
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