Virginia Raggi contro tutti: «Zingaretti? Si è scagliato con più veemenza contro di me che contro i Casamonica». Poi sulla Meloni: il centrodestra si è tolto la camicia nera, ma sono sempre fascisti»

Raggi contro tutti: «Zingaretti? Si è scagliato più contro di me che contro i Casamonica». Poi sulla Meloni: «Gente che si è tolta la camicia nera, ma che è rimasta fascista»
«Per Zingaretti io sarei una minaccia? Innanzitutto non so se l'abbia detto o mandato a dire. Lui tendenzialmente insinua. Lui avrebbe detto questo, ma non si è mai scagliato con tanta veemenza contro tutta la vicenda che ha preso il nome di Mafia Capitale o contro i Casamonica». Così in una intervista a La7 la sindaca di Roma Virginia Raggi. 

La prima cittadina della Capitale ha ricordato che i Casamonica sono «una famiglia criminale che ha fatto il bello e il cattivo tempo per anni finché non sono andata ad abbattere le loro villette. Una famiglia potente che purtroppo a volte lavorava con la connivenza di altri soggetti imprenditoriali e talvolta politici. Lui - ha detto riferendosi ancora a Zingaretti - non s'è mai scagliato con tanta veemenza contro di loro o contro i Triassi, gli Spada, i Fasciani, famiglie criminali che operano nel X Municipio sciolto per mafia. Forse sono io più una minaccia per quei soggetti. Perché sarei una minaccia per i romani?»

RICANDIDATURA
«Non si dovrebbe parlare di carriera ma di missione. Noi siamo contro la politica di professione perché dopo un certo tempo bisogna tornare nella società. L'esperienza ha certamente un valore». Così la sindaca di Roma Virginia Raggi a DiMartedì su La7. «Se penso alle migliaia di consiglieri che in tutta Italia hanno lavorato in maggioranza e opposizione, e hanno maturato una certa esperienza - ha aggiunto - penso che sia un patrimonio che va preservato. Mandarlo a perdere sarebbe un peccato. Lo dico in modo onesto». Sulla leadership e le prospettive del Movimento Raggi ha affermato: «Se ne parlerà quando ci saranno gli stati generali del M5s, credo dopo l'estate. Smettiamola di guardare l'ombelico e andiamo avanti... Sarà un momento in cui i M5s faranno punto e decideremo cosa fare. Ma ora siamo molto focalizzati. Di Maio ha rilanciato l'export per l'Italia. Stiamo tutti lavorando molto per ritirare su l'Italia in maniera forte e poderosa»

CASAPOUND
Virginia Raggi è poi tornata sulla questione Casapound. «Non abbiamo paura di Casapound, era una battaglia giusta da fare, non è ancora vinta la guerra, quello è un immobile che va restituito. Io ho già chiesto al Demanio quando lo riprende di darlo a Roma Capitale che lo potrebbe destinare all'emergenza abitativa, per chi ha veramente bisogno, non per chi sta dentro e dice di voler aiutare i romani poi aiutano solo se stessi e gli affiliati alla propria associazione, anche se hanno stipendi di tutto rispetto». 

ATTACCO ALLA MELONI
La Sindaca non risparmi attacchi, anche molto duri, ai suoi avversari, inizando proprio da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. Parlando delle prossime elezioni comunali a Roma, la Raggi, rispondendo ad una domanda di Giovanni Floris su un'ipotetica vittoria del centrodestra, risponde: «Quelli che oggi si candidano hanno avuto la loro chance, anche a Roma, e hanno lasciato la devastazione a cui stiamo mettendo rimedio. C'è già stato Alemanno, ha fatto una serie di danni incalcolabili». Floris le ha fatto l'esempio di Giorgia Meloni che, ha affermato il giornalista, in città godrebbe di consenso. «Parliamo di persone che fino al giorno prima avevano la camicia nera e adesso si sono cambiati colore di camicia ma sono sempre loro - ha concluso Raggi - Se sono sempre fascisti? Beh, insomma, direi di sì».

SALVINI 
Infine, la sindaca si scaglia contro un suo avversario ormai "storico", Matteo Salvini: Parlando del leader della Lega, la prima cittadina di Roma ha detto: «Una persona che sta da trent'anni in politica, non ha mai lavorato, è passato da una poltrona all'altra, ha iniziato a dire 'Roma ladronà. Roma invece non lo è più, abbiamo fatto tanti risparmi e aperto tanti cantieri. Invece proprio lui ha un 'debitucciò di 49 milioni di euro non restituiti». Rateizzati, precisa, ma «in 80 anni, mentre gli italiani stanno facendo fatica, quindi stia al suo posto. Roma non ha bisogno di lui»
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Giugno 2020, 00:09
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