Via Almirante a Roma, dopo lo stop di Raggi Fdi minaccia azioni legali

Via Almirante a Roma, dopo lo stop di Raggi ira Fdi. «Pronti ad azioni legali»
A Roma non ci sarà una via Giorgio Almirante. La sindaca Virginia Raggi blocca la decisione dell'aula che con una inedita maggioranza M5S-Fdi aveva ieri votato una mozione per intitolare una via all'ex segretario dell'Msi facendo infuriare il partito di Giorgia Meloni. «Azione legale qualora vi siano forzature», annuncia Fdi in relazione alla mozione passata ieri in Aula Giulio Cesare. Intitolazione poi stoppata con una dichiarazione in tarda serata di Raggi. «Non vorremmo che dietro alla retromarcia della sindaca vi fossero pressioni esterne», dichiara in una nota il capogruppo Fabrizio Ghera.

Per rimediare a una decisione inattesa che ha sorpreso la stessa sindaca e che ha visto una sola consigliera pentastellata votare contro, Maria Agnese Catini, la sindaca ha chiesto ai consiglieri del M5S di preparare una mozione per vietare l'intitolazione di strade ad esponenti del fascismo o persone che si siano esposte con idee antisemite o razziali. Tra questi Almirante storico segretario del Movimento sociale.

Del Resto alla notizia della mozione che impegnava il comune a intitolare una via ad Almirante la comunità ebraica di Roma aveva subito manifestato profonda contrarietà con parole durissime: «Una vergogna per la storia di questa città: chi ha ricoperto il ruolo di segretario di redazione del Manifesto per la Difesa della Razza, senza mai pentirsene, non merita una via come riconoscimento».

La sindaca si era dichiarata «sorpresa», colta all'improvviso da una decisione della quale non era stata informata e in una giornata nella quale aveva dovuto fronteggiare la bufera politica scatenata dall'inchiesta sullo stadio della Roma. Che il voto della mozione promossa da Fdi fosse maturato in un'aula distratta era sembrato da subito più che un'ipotesi: M5S alleato della destra tranne l'astensione di due consiglieri e il voto contrario di Catini, unica a mantenere una linea poi imposta dalla sindaca. E poi l'assenza del Pd fuori dall'aula per protestare contro il forfait in aula della Raggi che reclamavano per spiegare il caso stadio.

È così tra distrazioni e leggerezze Fdi era riuscito a ottenere ciò che neanche sotto Alemanno si era riusciti ad
avere: una via per Almirante. Giorgia Meloni aveva subito parlato di un «risultato storico, Roma renderà finalmente
omaggio ad uno degli uomini più importanti nella storia della destra e della politica italiana». Ed esultavano anche i
capigruppo di Fdi alla Camera e al Senato Fabio Rampelli e Stefano Bertacco: «Intitolare una strada a Giorgio Almirante ci riempie di gioia».

Per loro Almirante è stato «un patriota, un grande italiano e uno dei protagonisti della storia politica nazionale. Siamo orgogliosi di aver raggiunto questo obiettivo» è «giusto e doveroso» che la Capitale d'Italia «renda onore alla memoria di una delle figure più rappresentative della storia del Parlamento italiano». Il Pd invece bollava la mozione, contro la quale non aveva votato, «l'ultima vergogna della Raggi».

A ricordare «il razzismo» di Almirante era stato subito il Pd: «Il razzismo ha da essere cibo di tuttì, scriveva il fascista Giorgio Almirante nel 1942. È gravissimo che - dice - il Movimento 5 Stelle si sia unito alle destre per permettere che Roma abbia una strada dedicata ad un razzista, come fu Giorgio Almirante: Roma sente ancora su di sé il dolore lancinante del 16 ottobre 1943, quando vi fu il rastrellamento del ghetto. Questo è stato il razzismo a Roma. Dedicare una via ad Almirante è l'ultima vergogna della sindaca Raggi».

La polemica è subito cresciuta. La sindaca allora decide di questa volta di non subire un errore non suo. Chiama i consiglieri e impone la linea: Roma non avrà una via ad Almirante. 

«Prima sì e poi no, cosa si nasconde dietro la decisione della sindaca, arrivata solo in tarda serata, di vietare l'intitolazione di una strada dedicata a Giorgio Almirante dopo che l'Assemblea Capitolina ha votato democraticamente la mozione presentata da Fratelli d'Italia e che ha visto il capogruppo Ghera come l'ideatore del provvedimento? - dice ora lo stesso esponente di Fdi -. La Raggi ha detto più volte pubblicamente che l'Aula è sovrana. Bene. E perché mai in questo caso non dovrebbe esserlo? Non vorremmo che dietro alla retromarcia della sindaca vi fossero pressioni esterne. È assurdo che ora ci sia un veto contro un atto pubblico votato dall'Aula Giulio Cesare. Ricordiamo, inoltre, che Giorgio Almirante da segretario nazionale del Msi non ha mai assunto posizioni razziste, e oggi paga ancora questa sua coerenza di non essersi mai schierato con la sinistra a differenza di tanti come Bobbio e Dario Fo, ma al contrario ha fatto compiere alla destra italiana un percorso democratico. Valuteremo se vi saranno estremi di reato qualora la libertà dei consiglieri venga limitata da fattori e pressioni esterne ed antidemocratiche».

«La Raggi ci mette una toppa, e solo oggi vieta la strada dedicata al razzista e fascista Almirante e votata anche dalla sua maggioranza dei 5Stelle. Non possiamo che apprezzare questa decisione, anche se tardiva. Resta lo sgomento per una città non governata, dove la sindaca apprende dai giornali una così importante e vergognosa iniziativa partorita dalla sua maggioranza. Purtroppo Roma ha una sindaca a sua insaputa». Lo scrive in una nota il vicesegretario del Pd Lazio Enzo Foschi.
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Giugno 2018, 12:48
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