Variante brasiliana a Roma, un caso nella scuola media Sinopoli: allerta massima, lezioni sospese

Variante brasiliana a Roma, un caso nella scuola media Sinopoli: allerta massima, lezioni sospese

di Lorena Loiacono

La variante brasiliana è arrivata a Roma, in una scuola media. Scatta l’allerta massima: istituto chiuso e stop immediato alle lezioni, anche quelle online. Ora sarà il tracciamento a dover fare la sua parte. La velocità dei contagi è infatti l’aspetto più critico di cui tenere conto e lo screening diventa fondamentale per ripercorrere eventuali contatti. 

 


DOVE È SCATTATO L’ALLARME. La scuola sotto stretta osservazione si trova nel quartiere africano della Capitale: si tratta dell’istituto Sinopoli-Ferrini di via di Villa Chigi, già chiuso dalla scorsa settimana nelle sezioni di materna ed elementare a causa della presenza della variante inglese. Ora, attraverso i tamponi, è emerso il caso di variante brasiliana e così chiudono anche le sezioni delle medie. La Asl Rm 1 ha avvisato la scuola che dall’Istituto Spallanzani è arrivata la conferma di un sospetto di variante brasiliana e sta provvedendo con l’indagine epidemiologica e il tracciamento dei contatti. 


FERMI TUTTI. Aule vuote quindi a partire da oggi e per almeno 5 giorni: per ora non possono partire neanche le lezioni online perché la Asl deve provvedere ad effettuare i tamponi molecolari ad alunni, docenti e a tutto il personale interno.

Quindi i professori non possono portare avanti la didattica digitale per le diverse classi. Si tratta del primo caso di variante brasiliana a Roma e nel Lazio, territorio dove invece sono già numerosi i casi di variante inglese. 


COLLEGAMENTO CON L’UMBRIA Questo primo caso di variante brasiliana sembra essere, per il momento, un link dall’Umbria. L’allerta è quindi altissima: la variante brasiliana ha infatti messo in ginocchio diversi comuni dell’Umbria, causando la chiusura di scuole e interi Comuni. 


PROF OVER 65 DA VACCINARE. Nelle scuole procedono intanto i vaccini al personale scolastico: la somministrazione di Astrazeneca è autorizzata fino a 65 anni (in soggetti sani). Per ora quindi restano fuori, come denunciato da Leggo, tutti coloro che vanno dai 65 ai 67 anni. Ieri è stata effettuata una prima rassicurazione dall’Ufficio scolastico regionale: “Il personale con più di 65 anni verrà anch’esso vaccinato, sebbene la relativa tempistica debba essere ancora determinata in base alla disponibilità dei vaccini adatti”. Quindi per ora il caso non è chiuso.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Febbraio 2021, 10:54
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