Ricette rosse dematerializzate, è sos prescrizioni: mancano i software
di Valentina Conti
«Perché spiega la Fimmg Roma la funzione, anche se legislativamente possibile, è in fase di implementazione nei software gestionali che devono essere allineati e implementati, ma occorrono, per l'appunto, i tempi tecnici». I problemi sono due: le farmacie che non possono dare i farmaci agli utenti che non portano con sé il codice NRE (numero ricetta elettronica) stampato quello riportato sulla ricetta - perché non hanno una stampante a casa o per altri motivi, e che fanno vedere solo il messaggio sul telefonino, ad esempio. Per il fatto che sulla ricetta rossa il codice non è acquisibile. E poi le ricette sui farmaci in distribuzione per conto e per la terapia del dolore che il sistema regionale non permette di dematerializzare. «Una criticità, quest'ultima, che si sta parzialmente risolvendo chiarisce Cristina Patrizi, segretaria regionale SMI (Sindaco Medici Italiani) - ma nella questione tutti devono fare la loro parte: le aziende produttrici di software da un lato, e il sistema regionale dall'altro, il quale deve consentire la dematerializzazione di tutto. Si deve giungere alla vera dematerializzazione, cioè al farmacista che vede la ricetta, abilitato all'accesso di un fascicolo elettronico vero. Serve un sistema tarato su questo, senza che si stampino promemoria o altro».
«Abbiamo già sollecitato i fornitori dei software gestionali di studio ad adeguarsi il più velocemente possibile sulle norme evidenzia Pierluigi Bartoletti, segretario romano Fimmg - e la Regione Lazio deve inserire in elenco i farmaci non dematerializzabili. I tempi? Entro la settimana si arriverà a dematerializzarne alcuni». Rimarcando: «A un problema di sistema si risponde con una risposta di sistema».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Marzo 2020, 09:28
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