Scandalo cremazioni, per AMA «Nessun caso». Ma le salme in esubero avranno una sepoltura alternativa

Scandalo cremazioni, per AMA «Nessun caso». Ma le salme in esubero avranno una sepoltura alternativa

di Lorena Loiacono

Settimane di attesa, anche mesi, per le salme che devono essere cremate: ieri Leggo ha raccontato la situazione di collasso in cui versa il cimitero Flaminio di Roma dove la lista d’attesa si allunga di giorno in giorno. Ma dall’Ama assicurano: “nessun caos, le richieste verranno tutte esaudite con sepolture alternative”.

Il problema però è proprio questo, la sepoltura alternativa: l’Ama ha previsto 200 prenotazioni di cremazioni a settimana, non di più, proprio per effettuare quelle ancora in attesa. Ma purtroppo i morti sono più di 200 a settimana. E le risorse per potenziare il servizio sono state già incrementate, quindi per ora più di così non si andrà.

I romani si mettano pure l’anima in pace: tutte le salme “eccedenti” dovranno essere portate in un altro Comune per la cremazione, a spese della famiglia per 250 euro, oppure dovranno essere inumate, vale a dire sepolte sottoterra anche se il defunto desiderava essere cremato.

«È stata richiesta a tutti i soggetti preposti l'accelerazione dell'iter amministrativo propedeutico - spiegano infatti dall’Ama, dopo l’articolo di Leggo - sono stati ricavati e predisposti spazi aggiuntivi alla camera mortuaria per ospitare sia le salme sia i resti mortali. Per ridurre progressivamente le giacenze delle salme già in attesa di cremazione e rispettare anche tutte le norme di sicurezza per il personale legate all’emergenza Covid-19, dalla scorsa settimana vengono accolte fino a un massimo di 200 domande per nuove cremazioni a settimana.

Per le richieste eccedenti il tetto già specificato alle agenzie funebri, si può optare per impianti fuori dal territorio metropolitano oppure per una diversa forma di seppellimento sempre assicurata all’interno dei cimiteri romani. Anche le salme per le quali la richiesta di cremazione non venga presentata entro 5 giorni dall’entrata nel cimitero Flaminio, saranno inumate d’ufficio in loco».

Il problema però non si risolve: per ora non è previsto né l’aumento dei posti disponibili settimanali per i forni crematori né il rimborso spese per la cremazione fuori dal Comune di  Roma. Di questo, probabilmente, si dovrebbe far carico il Campidoglio prendendo una decisione in merito: l’aumento dei decessi e la necessità di portare le salme altrove non può gravare sulle tasche dei cittadini, già messe a dura prova dalla crisi. Senza contare l’spetto morale e affettivo per cui una famiglia difficilmente riesce a sopportare che la salma di un caro resti in un deposito, per poi viaggiare per km e tornare chissà quando in un’urna.

I numeri dei decessi, in questi ultimi mesi di aumento delle morti a causa del Covid, sono impietosi: “In particolare - spiegano da Ama - presso il cimitero Flaminio – Prima Porta, solo negli ultimi cinquanta giorni (dal 1 novembre al 20 dicembre), grazie al potenziamento di tutte le linee produttive sono state effettuate 2.654 cremazioni per soddisfare la domanda che è andata via via crescendo. Il rinnovato sforzo delle strutture dei Cimiteri Capitolini è teso a rispondere ad un trend di decessi che non accenna a diminuire: da ottobre al 20 dicembre, nella città di Roma, si sono registrati 9.349 decessi contro i 6.496 dell’analogo periodo del 2019, con un aumento di 2.853 in 80 giorni”.


Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Gennaio 2021, 17:24
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