Settimane di attesa, anche mesi, per le salme che devono essere cremate: ieri Leggo ha raccontato la situazione di collasso in cui versa il cimitero Flaminio di Roma dove la lista d’attesa si allunga di giorno in giorno. Ma dall’Ama assicurano: “nessun caos, le richieste verranno tutte esaudite con sepolture alternative”.
Il problema però è proprio questo, la sepoltura alternativa: l’Ama ha previsto 200 prenotazioni di cremazioni a settimana, non di più, proprio per effettuare quelle ancora in attesa. Ma purtroppo i morti sono più di 200 a settimana. E le risorse per potenziare il servizio sono state già incrementate, quindi per ora più di così non si andrà.
I romani si mettano pure l’anima in pace: tutte le salme “eccedenti” dovranno essere portate in un altro Comune per la cremazione, a spese della famiglia per 250 euro, oppure dovranno essere inumate, vale a dire sepolte sottoterra anche se il defunto desiderava essere cremato.
«È stata richiesta a tutti i soggetti preposti l'accelerazione dell'iter amministrativo propedeutico - spiegano infatti dall’Ama, dopo l’articolo di Leggo - sono stati ricavati e predisposti spazi aggiuntivi alla camera mortuaria per ospitare sia le salme sia i resti mortali. Per ridurre progressivamente le giacenze delle salme già in attesa di cremazione e rispettare anche tutte le norme di sicurezza per il personale legate all’emergenza Covid-19, dalla scorsa settimana vengono accolte fino a un massimo di 200 domande per nuove cremazioni a settimana.
Il problema però non si risolve: per ora non è previsto né l’aumento dei posti disponibili settimanali per i forni crematori né il rimborso spese per la cremazione fuori dal Comune di Roma. Di questo, probabilmente, si dovrebbe far carico il Campidoglio prendendo una decisione in merito: l’aumento dei decessi e la necessità di portare le salme altrove non può gravare sulle tasche dei cittadini, già messe a dura prova dalla crisi. Senza contare l’spetto morale e affettivo per cui una famiglia difficilmente riesce a sopportare che la salma di un caro resti in un deposito, per poi viaggiare per km e tornare chissà quando in un’urna.
I numeri dei decessi, in questi ultimi mesi di aumento delle morti a causa del Covid, sono impietosi: “In particolare - spiegano da Ama - presso il cimitero Flaminio – Prima Porta, solo negli ultimi cinquanta giorni (dal 1 novembre al 20 dicembre), grazie al potenziamento di tutte le linee produttive sono state effettuate 2.654 cremazioni per soddisfare la domanda che è andata via via crescendo. Il rinnovato sforzo delle strutture dei Cimiteri Capitolini è teso a rispondere ad un trend di decessi che non accenna a diminuire: da ottobre al 20 dicembre, nella città di Roma, si sono registrati 9.349 decessi contro i 6.496 dell’analogo periodo del 2019, con un aumento di 2.853 in 80 giorni”.
Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Gennaio 2021, 17:24
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