Deep fake, Rutelli: «Non è satira ma falsificazione della realtà, adesso intervenga la politica»

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«Contro il deep fake, ci aspettiamo che il 9 dicembre, nell'incontro che avremo al Senato, si possa arrivare a definire, con i nostri interlocutori parlamentari e governativi, delle regole che ci permettano di segnalare come non autentici i video che si spacciano come reali e di poterli rimuovere quando si tratta non di satira, ma di falsificazione della realtà». Lo ha affermato Francesco Rutelli (nella foto, sotto con Alessio Jacona), presidente di Anica e di Videocittà, al margine della conferenza "La minaccia del deep fake, organizzata da Videocittà oggi, martedì 29, a Roma. «Per la prima volta in Italia si tiene un convegno sul deep fake, una tecnica con cui si supera San Tommaso (se non vedo, non credo), perchè non basta piu' vedere per poter credere», ha affermato Rutelli. In ballo c'e' "la manipolazione delle immagini e delle identita' stesse delle persone", ha evidenziato. «Per questo occorre anche innalzare la consapevolezza dei cittadini, l'essere sia meno ingenui nel diffondere immagini di sè che possono essere usate in modo perverso o perfido, sia stare piu' attenti a cio' che vediamo, innalzando il livello della coscienza critica». Il festival Videocittà «si è occupato di tutte le realtà trasformative delle immagini in movimento, dal video-mapping alla realta' virtuale, dall'arte visuale agli youtuber come imprenditori di se stessi, coinvolgendo il grande pubblico. Ma vogliamo coinvolgerlo - ha spiegato - anche sulle implicazioni negative che le evoluzioni digitali possono avere, nella politica e nell'economia cosi' come nella nostra vita».



Il deep fake, cioè la nuova tecnica che sfrutta l'intelligenza artificiale per sovrapporre il volto di una persona a un'altra ripresa in un video,
«puo' essere usato per tanti scopi criminali gravissimi, nel mondo politico ma anche finanziario».
Lo ha detto Nunzia Ciardi, direttrice del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni, intervenendo alla conferenza "La minaccia del deep faike organizzata oggi a Roma da Videocitta'. Le aziende negli ultimi anni sono preda di truffe informatiche sempre piu' sofisticate e in alcuni casi milionarie, portate avanti usando il social engineering, ad esempio con email che sembrano inviate dall'amministratore delegato dell'impresa", ha spiegato Ciardi.
«Con il deep fake, si potrebbe arrivare a simulare una videoconferenza dall'ad». Ad oggi il 96% del deep fake si concentra nel mondo del porno, ma i rischi di questa tecnica «non vanno sottovalutati», prosegue il capo della PolPost. «Siamo abituati a chattare con persone a cui attribuiamo l'immagine che vediamo in una foto, rischiando di incappare, ad esempio, in una truffa sentimentale. Attribuiamo credibilita' alle immagini che vediamo, mala tecnologia - rileva - riesce ingannare i nostri sensi, e il deep fake è un'evoluzione che rende ancora più deflagrante questo impatto». In un tale contesto, «va reso sufficientemente sicuro l'ecosistema digitale, e ciò spetta alle istituzioni, alle grandi aziende e alle forze come la PolPost, ma e' necessario che anche il singolo cittadino sia culturalmente attrezzato e preparato».
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Ottobre 2019, 18:37
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