Virus cinese a Roma, è psicosi: pronto soccorso ancora in tilt, oggi il vertice straordinario
di Lorena Loiacono
Leggi anche > Coronavirus, primo caso sospetto in Italia: è una cantante barese, tornava da Wuhan
E così l’influenza in arrivo dalla Cina, che sta facendo tremare l’Europa, rischia di aggravare un momento tanto delicato per il picco influenzale di stagione. Trovando gli ospedali già al collasso. I reparti di emergenza vivono infatti da almeno una settimana giornate da record e si prevede che manterranno questo livello almeno fino alla metà di febbraio quando l’influenza di stagione inizierà a calare. Ieri pomeriggio alle 17 l’affluenza dei pazienti raggiungeva presenze a tre cifre praticamente in tutti i maggiori ospedali: il Policlinico di Tor Vergata, ad esempio, aveva 108 pazienti contemporaneamente e il Policlincio Casilino ne aveva 120 e uno su 4 aspettava di essere visitato. L’altro grande Policlinico romano, l’Umberto I, a cui si rivolgono migliaia di pazienti ogni mese, aveva 115 persone e purtroppo 55 di queste aspettavano un ricovero.
Vale a dire che, una volta fatta la visita e gli esami necessari, il medico stabilisce che il paziente ha bisogno del ricovero ma non sa dove portarlo. Una persona su due restava in attesa su una barella. Al Sant’Andrea erano 82 le persone presenti mentre all’ospedale Sant’Eugenio i pazienti erano 92, oltre uno su aspettava di fare la visita. All’ospedale San Camillo dei 99 pazienti in sala erano solo 8 quelli non ancora visitati ma ben 39 aspettavano il ricovero: il problema dei posti letto, ancora troppo pochi rispetto alle necessità, va a ingolfare l’assistenza anche dove i camici bianchi riescono a farla scorrere velocemente.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Gennaio 2020, 08:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA