Roma, viaggio sui nuovi autobus Atac: macchinette per i ticket rotte e pezzi pericolanti

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di ​Michela Poi
Ore 17. Roma. Via del Tritone. L’autobus è in ritardo di 15 minuti. Non è una novità. Una fila di turisti attende, paziente, alla fermata. Una signora si tampona la fronte sudata con un fazzoletto. Controlla a destra e poi a sinistra, ma niente. Del bus nessuna traccia. Al ventesimo minuto di ritardo c’è chi abbandona il “gioco”, cede e prende un taxi. A resistere sono soprattutto i romani, abituati alle attese infinite e ai trasporti della Capitale. 

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Finalmente arriva l’83, che collega piazzale dei Partigiani (Ostiense) a Largo Valsabbia (Conca d’oro). È uno dei nuovissimi mezzi acquistati dall’Atac. All’esterno è tirato a lucido e dentro non c’è tanta gente. Una fortuna che capita poche volte. Ma basta salire a bordo per rendersi conto che la situazione è un’altra. Sedili rotti, macchinette per i ticket fuori uso, sporcizia ovunque. Di nuovo resta solo il cartello affisso dal Campidoglio. «Ciao! Sono uno dei 227 nuovi bus», c’è scritto. Adesivo a parte, tutto è esattamente come prima. I corrimano sono rotti. Penzolano. Si muovono pericolosamente avanti e indietro. Non ci si può neanche appendere perché si rischia di cadere e di ritrovarsi per terra con il sostegno in mano.



Timbrare il biglietto? Impossibile. Perché le macchinette obliteratrici sono fuori uso. Emettono suoni meccanici e poi risputano il bit non timbrato. “Fuori servizio” è la scritta che appare sullo schermo. E così si è costretti a tirare fuori carta e penna e “obliterarli” a mano. Degli ammortizzatori poi, neanche a parlarne. Ogni buca è un sussulto. E per disabili e anziani il viaggio diventa un’odissea. I 227 nuovi mezzi avrebbero dovuto rappresentare una ventata d’aria fresca per i cittadini, che ci avevano anche creduto. Speranza delusa. Messi su strada soltanto lo scorso agosto, molti cadono già a pezzi.
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Ottobre 2019, 08:38
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