Roma, arrestato "nonno usura" e la sua gang: si fingevano Casamonica per farsi pagare somme fino al 340% di interesse

Arrestato "nonno usura" e la sua gang: si fingevano Casamonica per farsi pagare somme fino al 340% di interesse

di Emilio Orlando

Un centro d’assistenza fiscale (meglio conosciuti come Caf) ed un’agenzia di servizi che - solo apparentemente - erano realmente al servizio dei cittadini. In realtà si trattava delle basi di una banda di feroci usurai. Nemmeno il lockdown per l’emergenza Covid-19 aveva fermato la loro attività di strozzinaggio nei confronti di centinaia di persone che si rivolgevano a loro. Anzi. 
Ma all’alba di ieri, sotto una pioggia battente, gli investigatori di via di San Vitale e gli agenti del commissariato San Paolo hanno notificato a sei dei sette indagati un’ordinanza di custodia cautelare. 
Le manette sono scattate per Roberto Castroni, addirittura di 82 anni, praticamente il nonno della banda, finito ai domiciliari insieme ai complici Amedeo Micolano (alias Franco), Gianluca Salvatore Barone, Roberta D’ Antonio di Fiumicino, Biagio Brandiferri e Paolo Viola (quest’ultimo condotto in carcere). Il recupero crediti avveniva come sono solite fare tutte le organizzazioni criminali che praticano i prestiti a strozzo, ovvero con modalità violente. Ma questa gang, oltre a picchiare chi non intendeva pagare, usava un’arma in più: per provocare paura e sottomissione da parte delle vittime, i malviventi si spacciavano per appartenenti alla ‘ndrangheta e ai Casamonica. 
Le vittime predilette erano imprenditori falliti, piccoli commercianti in difficoltà e persone malate di ludopatia. A capo del gruppo criminale composto da sette persone, smantellato dalla squadra mobile della questura, c’era Roberto Castroni, un arzillo 82 enne che prestava soldi ad interessi che arrivavano fino al 340% annuo. Le indagini della polizia che, hanno squarciato il velo di omertà sul giro di usura che si era ramificato nei quartieri Magliana, Portuense, Eur e Fiumicino, sono partite dalla denuncia di un commerciate che aveva perso al gioco sia l’attività che la casa. 
Proprio quest’ultimo che ha avuto in coraggio di denunciare, era stato bersaglio di minacce tra cui sulla porta della sua abitazione aveva trovato un cartello con su scritto : ”Sei morto”. 
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Ottobre 2020, 08:48
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