Roma, una class action contro il gioco d'azzardo. "No al pos sulle macchinette"

Roma, una class action contro il gioco d'azzardo. "No al pos sulle macchinette"
Cresce il gioco d’azzardo in Italia: le puntate online sono aumentate del 18% con un incremento di 25 milioni di euro: si è passati, infatti, da 1,37 miliardi del 2017 a 1,62 miliardi nel 2018. A tutto vantaggio dell’Erario che l’anno scorso ha incassato complessivamente quasi 10,4 miliardi. Le entrate maggiori provengono dalle slot machine che sfiorano i 4,6 miliardi, seguite a ruota dalle video lottery che si attestano a 1,5 miliardi circa. Sono i dati che emergono da Agimeg – Agenzia Giornalistica per il Mercato del Gioco.

“E’ un fenomeno difficile da arginare perché favorito dalle contraddizioni dello Stato” spiega l’avvocato Elisa Anania dello studio legale Lex Town di Roma che ha intrapreso una class action contro l’utilizzo del pos alle macchinette. All’interno delle sale giochi, infatti, è possibile pagare con la propria carta di credito, un elemento certo di trasparenza ma anche un incentivo a non fermarsi: “Si configura il reato di istigazione al gioco” spiega l’avvocato a Leggo, “difatti tale condotta ha presumibilmente rilevanza penale poiché, sulla base dell’art. 40 c.p. il non impedire un evento che si ha obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo, nonché il reato di associazione a delinquere ex art. 416 c.p.  ed istigazione al gioco d’azzardo”.

In altri termini, la possibilità di pagare con la carta di credito permette un uso illimitato di soldi consentendo anche di giocare tutta la notta. Cosa difficilmente realizzabile se il giocatore dovesse usare solo il contante che ha appresso. Finora sono state raccolte più di 200 firme per un’azione legale contro il Governo. “Siamo fiduciosi nel fatto che quest’azione possa dare un contributo alla battaglia contro la ludopadia” assicura l’avvocato.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Novembre 2019, 13:08
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