Roma, il turismo piange: aperti solo 200 hotel su 1200. Il presidente Roscioli: «Così andiamo verso il fallimento»

Roma, il turismo piange: aperti solo 200 hotel su 1200. Il presidente Roscioli: «Così andiamo verso il fallimento»

di Flavia Scicchitano
Giuseppe Roscioli, presidente Federalberghi Roma: che impatto sta avendo il Covid-19 sulle strutture alberghiere della Capitale?
«Il turismo è calato di oltre il 90% e il settore perde 100 milioni di fatturato al mese. Da quando hanno riaperto le frontiere, solo 200 dei 1200 alberghi della capitale sono aperti, con una media occupazionale del 10%-15%. Nel mese di maggio le presenze sono scese del 99,8% rispetto all’anno scorso e a giugno non ci sono stati miglioramenti che fanno ben sperare».



Quali sono i principali problemi?
«La gente è restia a viaggiare all’estero e le compagnie cancellano i voli che restano vuoti. A Roma pesa l’assenza del turismo americano, la componente più presente e con capacità di spesa maggiore: senza gli americani il fatturato crolla di quasi il 50%».
Previsioni per l’estate in corso?
«Gli italiani resteranno in Italia ma sceglieranno località di villeggiatura. Il colpo più duro lo subiranno le città d’arte come Roma, che vantava il 70% di clientela straniera. Con gli italiani non riusciremo a colmare il gap».
Esiste un rischio di chiusura per gli hotel?
«Roma è una città molto internazionale e in questo momento ci penalizza. La maggior parte degli hotel riaprirà a marzo 2021. Bisognerà vedere quali misure studia il Governo».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Luglio 2020, 08:26
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