Cinque sparatorie, l’ultima poche ore fa. A Tor Bella Monaca i clan “storici” e le bande dei nuovi narcos sono in guerra tra loro per il controllo dello spaccio. Una faida scoppiata dopo l’estate e che si combatte per la “conquista” e la “riconquista” di un territorio che rappresenta la “Eldorado” della criminalità. Già, perché ora sono gli stranieri che puntano ad avere il monopolio sulla droga.
VOLEVANO UCCIDERE. L’ultimo regolamento di conti a mano armata si è verificato poco prima dell’alba di lunedì, vittima un pusher tunisino. Gli hanno sparato al braccio all’altezza del gomito, qualche centimetro più a sinistra e il proiettile gli avrebbe trapassato il cuore. La mano del sicario ha fatto sicuramente fuoco per ucciderlo, ma ha mancato l’organo vitale.
L’IDENTIKIT. Con i vestiti intrisi di sangue ma senza il soccorso di un’autoambulanza, il 21enne nato in Tunisia si è presentato al Pronto soccorso del Policlinico di Tor Vergata. Appartiene alla famiglia Nadir, conosciuta dagli investigatori perché attiva nel narcotraffico: dopo le prime cure è stato interrogato dalla Polizia ed ha raccontato che, mentre si trovava in macchina in viale dell’Archeologia con un’altra persona, è stato avvicinato da un uomo a bordo di uno scooter che gli ha puntato l’arma e ha sparato.
ZERO BOSSOLI. Ma, quando gli investigatori del distretto del Casilino e le Volanti sono andati sul logo indicato dalla vittima, non hanno trovato bossoli e nemmeno tracce della sparatoria.
I CLAN COINVOLTI, Perciò il racconto del 21enne, con precedenti penali per spaccio e il fratello già in carcere perché considerato appartenete ad una organizzazione criminale di spacciatori di Tor Bella Monaca, non ha convinto i poliziotti e i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia.
IL REGNO.
Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Dicembre 2022, 07:00
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