Gli anni Ottanta e l’atmosfera di una nuova Dolce Vita ripercorsa fra schetch, monologhi e canzoni nello spettacolo "Storyquick", con protagonista fra gli altri Francesca Nunzi, dal 5 al 7 novembre sul palco del Teatro Roma.
Qual è il suo ruolo in Storyquick?
«Racconterò le vicissitudini di un’attrice, che ha avuto successo con un programma televisivo degli anni ’80, ma che in realtà è una donna molto lontana da quel mondo e prova disagio a vivere in un contesto a cui sente di non appartenere».
Cosa la diverte di questo spettacolo?
«Senz’altro lavorare con colleghi con cui condivido il palco: Lallo Circosta, Marco Facchini; Lavinia Fiorani e Fabrizio Gaetani. Inoltre trovo divertente collegare dei monologhi brillanti comici che non sono fine a se stessi, proprio perché riuniti in uno spettacolo e collocati in un importante periodo storico».
Quali sono i suoi ricordi più belli degli anni ‘80?
«Sarò sincera, non ho mai amato molto quegli anni. Non mi piaceva nulla né la musica, né la moda, né la tv, e mi pesava essere ancora al liceo, perché ostacolava il mio desiderio di fare l’attrice».
L’Italia però era guardata con ammirazione?
«Io non ci credo mai quando dicono che il nostro paese è guardato con ammirazione.
Che effetto fa tornare in teatro a capienza normale?
«Bello; ma confesso che temo che gli spettatori non siano ancora del tutto tranquilli a trovarsi di nuovo uno accanto all’altro. Mi auguro prevalga il desiderio di ritorno alla normalità».
Progetti in campo teatrale ed editoriale?
«Ho diverse serate con i miei monologhi nei teatri italiani; a gennaio riprenderò con la commedia "Cuori Scatenati" con Diego Ruiz e Sergio Muniz, e da febbraio sarò di nuovo nello spettacolo "Aggiungi un posto a tavola". Riguardo la mia attività di scrittrice, sto scrivendo un romanzo - il mio quarto libro - intitolato "I semi del buon domani", che tratta dei cervelli in fuga dall’Italia».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Novembre 2021, 09:45
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