Scuole aperte per accogliere i bambini e i ragazzi in arrivo dall’Ucraina ma, negli istituti comprensivi e superiori, mancano all’appello aule e docenti per avviare l’inserimento. Sono diverse centinaia gli alunni fuggiti dalle zone di guerra ed entrati nelle scuole romane, dalle elementari alle superiori. Molti stanno avviando le procedure per farlo, quindi presto il loro numero si moltiplicherà. «Purtroppo non sappiamo quanto ancora durerà la guerra – spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma - e dobbiamo farci trovare preparati. In questi giorni il personale scolastico sta dimostrando grande attenzione umana e professionale, senza risparmio di energie, ma si fa sentire l’assenza di spazi e aule per poter svolgere laboratori ed attività di supporto».
I presidi hanno scritto direttamente all’ufficio scolastico regionale, alla Regione Lazio e alla Città metropolitana: «Abbiamo difficoltà a reperire mediatori – sottolinea Cristina Costarelli, presidente dell’Assopresidi del Lazio - per cui, in mancanza di un coordinamento da parte dei servizi sociali, ci si muove solo tramite volontariato e il passaparola. Registriamo anche l’assenza di docenti che possano svolgere percorsi intensivi di alfabetizzazione».
E l’arrivo di alunni è destinato ad aumentare: «Pensiamo a settembre: come accoglieremo questi ragazzi senza spazi e docenti in più? Non si sono trovati per il Covid, adesso sarà anche peggio: avremo le classi super pollaio».
La situazione è del tutto diversa per i più piccoli: i bambini sotto i 6 anni, quindi destinati a frequentare asili nido e scuole comunali dell’infanzia, sono solo poche decine.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Marzo 2022, 08:55
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