Roma, quando il prefetto Carlo Mosca saltò dopo il "no alle impronte" per i rom

Roma, quando il prefetto Carlo Mosca saltò dopo il "no alle impronte" per i rom
Un censimento invasivo - mai partito - che però costò la poltrona a un prefetto di primo piano come quello della Capitale. Il ministro dell'Interno era Roberto Maroni, il prefetto si chiamava Carlo Mosca: bisognava fare la conta di coloro che occupavano i campi rom, ma prendendo le impronte digitali anche ai bambini e ai minori. Il prefetto Mosca si oppose, sostenendo che l'operazione-impronte era illegale e contro la Costituzione. Fu rimosso, anche se il censimento dei rom non si è più fatto. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Giugno 2018, 09:47
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