Roma, ristoranti sott'acqua e migliaia di euro di danni a Fiumicino: «Chiediamo lo stato di calamità»

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di Silvia Natella

Ristoranti sott'acqua a Fiumicino e centinaia di migliaia di danni dopo l'ondata di maltempo delle ultime ore. Come è accaduto anche in altre parti d'Italia, gli stabilimenti e i ristoranti sono stati letteralmente inghiottiti dall’acqua. Sono centinaia di migliaia i danni causati dalla mareggiata di ieri alle strutture del Lungomare della Salute a Fiumicino, storico fiore all’occhiello della ristorazione del Comune Tirrenico. 

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«La situazione è sempre più preoccupante - spiega Massimiliano Mazzuca, presidente dell’associazione Lungomare della Salute di Fiumicino, che rappresenta ristoranti, bar e stabilimenti del lungomare -. Le scogliere hanno ceduto ormai da anni, ogni mareggiata diventa un incubo per le strutture che vengono invase dall’acqua con ingentissimi danni.

Basterebbe dare uno sguardo alle immagini che stanno inviando i nostri associati, si vedono ristoranti con un metro d’acqua, sono andati in cortocircuito frigoriferi e sistemi elettrici. È una situazione allucinante, viene da piangere».

Una situazione che si aggiunge alle conseguenze della crisi sanitaria: «Siamo in piena emergenza Covid, provati dalle misure restrittive che hanno inciso fortemente su un comparto che rappresentava uno dei cardini dell’economia comunale. Questa mareggiata è un colpo importante sotto tutti i punti di vista, non ultimo quello morale. Chiediamo all’amministrazione comunale e regionale un immediato tavolo di confronto con gli operatori di tutto il settore del nostro Comune e di decretare lo stato di calamità naturale con il quale poi poter stanziare immediatamente i fondi per la messa in sicurezza del lungomare e i risarcimenti per le strutture colpite da questa mareggiata. I ristori messi in campo non sono sufficienti nemmeno a pagare due bollette della luce. Se davvero si vuole salvare un comparto che paga fior di tasse e dà lavoro a migliaia di persone qui a Fiumicino tra diretto e indotto allora bisogna davvero mettersi seduti dietro un tavolo e capire come e se ripartire». 


Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Dicembre 2020, 14:13
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