Testimonianze choc per la maxi rissa. I ragazzini pestati e presi a bottigliate: «Urlavano di caricarci e ammazzarci»

Testimonianze choc per la maxi rissa. I ragazzini pestati e presi a bottigliate: «Urlavano di caricarci e ammazzarci»

di Davide Manlio Ruffolo
«Valerio (il nome è di fantasia, ndr) era a terra, in una pozza di sangue e con la testa gonfia. Per questo insieme ad un'altra persona l'ho sollevato e portato vicino ai militari». Questo uno dei frammenti choc del racconto di un testimone della violenta rissa tra gruppi di ragazzi, avvenuta la sera del 14 ottobre del 2016 in piazza Cavour e conclusasi con l'accoltellamento di un minorenne.
Fatti per i quali Stefano Curcio è già stato condannato in abbreviato alla pena di 4 anni di reclusione mentre per altri tre è tutt'ora in corso il processo, quest'ultimo celebrato con il rito ordinario, in cui il pm Elena Neri contesta loro il reato di tentato omicidio. Nella quinta aula collegiale del tribunale di Piazzale Clodio l'udienza di ieri è stata un susseguirsi di testimonianze di persone che avrebbero assistito a quei terribili momenti. Tra loro una vittima, ripercorrendo quei terribili momenti, ha raccontato ai giudici che «dopo quello che è successo, per tre settimane ho mollato scuola. Non potevo più stare in posti con molta gente perché mi causavano attacchi di ansia. Per questo sono stato in cura da uno psicologo e ora sto meglio». Il giovane, apparso tutt'ora turbato al solo ricordare quanto successo, spiegava anche quella che, secondo lui, «sembrava un'aggressione neonazista perché ci hanno gridato brutti marocchini andate via dalla piazza. Qui è zona nostra».
Poi le botte, prima a mani nude poi con i caschi, fino a quando uno degli aggressori estraeva un coltello e colpiva, ferendo gravemente, un ragazzino. Ed è proprio la vittima che ha ripercorso gli attimi del pestaggio. Quel giorno, come spesso faceva, si era recato in piazza Cavour con i mezzi pubblici per passare una serata in compagnia di amici, tra un drink e una chiacchiera. Una serata come altre in cui, però, accadeva qualcosa tant'è che «notavo che c'era un folto gruppo di persone che si spostava da destra verso sinistra». Tra questi riconosceva due amici che raggiungeva di corsa perché «avevo capito che quel gruppo se la stava prendendo con loro. Qui ho sentito una voce che diceva caricateli... e lo hanno fatto. Ho cercato di scappare ma mi sono stancato e quando ero fermo mi hanno buttato per terra. Mi sono rannicchiato mettendomi le mani sul viso ma sentivo i calci sulla schiena». A scatenare la folle aggressione, forse uno scherzo avvenuto poco prima quando uno dei malmenati aveva schizzato della panna spray sulla fidanzata di uno degli imputati, scatenando la violenta reazione.
riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Maggio 2018, 08:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA