Roma, Alice suicida a 15 anni sotto la metro. L'ultima chat con le amiche: «Ma che ti vuoi uccidere?»

Alice, suicida a 15 anni sotto la metro. L'ultima chat con le amiche: «Ma che ti vuoi uccidere?»

di Nico Riva
Hanno inizialmente pensato non fosse seria, poi l'ansia e la paura hanno preso il sopravvento, fino alla notizia della tragedia. Come scrive Raffaella Troili del Messaggero, le amiche di Alice, la quindicenne suicidatasi martedì sotto la metro a Ponte Lungo, hanno provato a far qualcosa per salvarla, ma ormai era troppo tardi. Dopo aver ricevuto un audio di 11 minuti, dove Alice diceva «Grazie di avermi accolta, di essermi state amiche, non fate come me: non tenete tutto dentro», le ragazze le hanno risposto «ma che ti vuoi suicidare? Ma che stai a di'?». Poi hanno provato a chiamarla, ma Alice non era più raggiungibile. A quel punto sono corse dalla preside dell'istituto di Scienze umane del Margherita di Savoia di via Cerveteri, che ha contattato la polizia. Sfortunatamente, Alice si era già tolta la vita lanciandosi contro la metro

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Non tutte hanno immediatamente collegato l'assenza di Alice con le informazioni girate sul web sulla tragedia di una donna suicida. Anche perché inizialmente girava voce che la defunta alla stazione della metro fosse una trentenne. Alcune hanno quindi scoperto la verità solamente ieri, dopo due giorni, a scuola. Ad esempio Dalila, rappresentante e compagna di classe di Alice, che ha affermato: «Mi aveva scritto proprio in quei momenti: Sei stata una persona importante. Io non l'ho visto subito il messaggio e quando l'ho fatto ne sono stata felice, le ho risposto anche per me è la stessa cosa». Anche altri compagni erano all'oscuro della sua morte. Alcuni la ricordano così: «Ogni tanto era un po' triste ma non dava segnali particolari, usciva, rideva tanto, se prendeva confidenza».

Martedì mattina Alice è uscita di casa alle sette e ha salutato la madre, dicendole che andava a scuola. Ma a scuola non è mai arrivata. Abitava a Ponte Lungo assieme alla madre, ma per fare dei lavori domestici recentemente andava spesso dalla zia a Giulio Agricola. Con le amiche, Alice era riuscita ad aprirsi, a raccontare la sua difficile infanzia, l'abbandono del padre. «L'aveva cercato tanto con la mamma, ma qualche anno fa era venuta a sapere che si era suicidato. Era in contatto con le sorellastre, lui aveva un'altra famiglia a Capoverde, anche la mamma è straniera». 

Le amiche, un gruppo di ragazze della sua ex classe, la descrivono con affetto e dolore, mentre cercano di capacitarsi della tragedia. Parlano dei suoi capelli ricci e dorati, che la rendevano bellissima. Della sua passione per la danza classica e moderna e del suo stretto legame con la mamma. Con fatica, dopo la bocciatura, stava ripetendo la prima ed iniziando a fare amicizia con le nuove compagne, ad esempio Loredana, Letizia, Flavia, Dalila, Elena. «Si apriva con poche persone, non aveva legato ancora tanto, era un po' silenziosa, timida più che triste. Ma con noi era uscita e si confidava, era bello stare con lei, era simpatica, vorremmo contattare la mamma, starle vicino».

Giovedì mattina, raccontano ancora le compagne di classe, «alla prima ora la prof di Scienze motorie ha capito che non sapevamo nulla e salutandoci ha detto: Buona prossima ora. E noi abbiamo chiesto: Perché? Abbiamo fatto qualcosa? E lei: Tranquilla dopo capirete. In classe c'erano la preside e la psicologa, che ci ha fatti mettere in cerchio. La preside ha sottolineato per consolarci quel ringraziamento che Alice aveva fatto a tutte quelle ragazze che l'avevano accolta e aggiunta nei gruppi. La psicologa ci ha detto di non darci colpe e non chiederci i motivi, perché ci sono ferite che non si possono ricucire». Poi il suo banco, vuoto, si è riempito di lettere e fiori, lasciati da giovani studenti e studentesse delle altre classi. Lezioni saltate, le ore son passate tra pianti e discorsi in ricordo di Alice, vinta da un dolore così grande da portarla al gesto più estremo.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Gennaio 2020, 11:50
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