Agli ospiti che transitavano nei suoi 35 metri quadri di casa in piazza Fontana di Trevi, Carla Voltolina, indicava dalla finestrella del bagno il palazzo presidenziale. “Il mio rapporto con il Quirinale sarà così, da lontano”, scandiva nel 1978, alla vigilia della possibile elezione del marito, Sandro Pertini. E così fu nella sostanza.
In quel “buco” con affaccio sulla celebre fontana della Città Eterna, la loro dimora, il suo Sandro Capo dello Stato tornava ogni sera da lei. In barba al protocollo, il Presidente Pop, apprezzato da tutti, primo partigiano a salire sul Colle, non scelse di abitare al Quirinale. Ma in mansarda. Ora sembra proprio la volta buona, dopo 11 anni di intenzioni cadute nel vuoto, che quel minuscolo alloggio intriso di storia e umanità possa diventare una Casa della Memoria. Una sorta di Museo multimediale accolto in quella mansarda - zeppa di omaggi kitch della “sua” gente semplice (compresa un’enorme pipa di cartapesta) - dove Pertini aveva scelto di vivere il suo mandato. Mansarda che, nel 2011 venne restituita alla città.
Maggioranza e opposizione capitolina hanno deciso di appoggiare la proposta a prima firma della consigliera Pd Antonella Melito portata in aula Giulio Cesare. «L’idea - spiega Melito - è quella di raccontare l’impegno politico e sociale del presidente, dando la possibilità di ricordare la sua memoria nel tempo.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Aprile 2022, 19:00
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