Dall’agguato sanguinario alla telefonata per invocare i soccorsi sono passati quasi venti minuti. Un arco temporale particolarmente lungo se si considera che per terra, privi di conoscenza e crivellati di proiettili, c’erano il boss foggiano Antonello Francavilla e il figlio Mario di 15 anni. Feriti in modo grave.
Cosa sia successo in quel lunghissimo interveallo è ora al vaglio dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia, che stanno indagando sul duplice tentato omicidio di Nettuno dove sono rimasti feriti da otto colpi di pistola Antonello e Mario Francavilla. Quest’ultimo è ricoverato in gravi condizioni al policlinico Gemelli, dove è stato sottoposto a due interventi chirurgici al cervello e al torace.
Secondo l’ipotesi investigativa, prima dell’arrivo delle Volanti e delle autoambulanze, nell’abitazione c’è stato un via vai di persone che entravano e uscivano come se portassero via qualcosa.
Infatti la prima telefonata al 112, traslata poi al 118, risulta effettuata alle 12:32 ma non dalle vittime dell’esecuzione.
Un raid armato, quello contro i Francavilla padre e figlio, che ha ancora diversi punti oscuri. Primo fra tutti il motivo per cui il boss stesse scontando i domiciliari sul litorale romano invece che in Puglia. Un altro aspetto da chiarire è quello legato al mezzo di fuga utilizzato dal commando armato per raggiungere la dimora del capo indiscusso del clan Francavilla-Sinesi, da anni ormai in guerra con le famiglie rivali dei Moretti-Pellegrino-Lanza.
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Marzo 2022, 10:10
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