«Roma Music Festival, un palco per gli emergenti»

«Roma Music Festival, un palco per gli emergenti»

di Claudio Fabretti

Un palcoscenico doc per la musica emergente. Torna anche quest'anno, per la quindicesima edizione, Roma Music Festival, con la direzione artistica affidata al conduttore radiofonico Stefano Raucci e l'organizzazione a cura del produttore e autore musicale Andrea Montemurro, ideatore della rassegna. Un evento che riesce a far esibire gli artisti in teatri di qualità (quest'anno il Teatro degli Eroi a Roma) regalando loro una forte visibilità, grazie a servizi fotografici e speciali su tv e sui social network.
Montemurro, ci racconta la finale?
«Si terrà il 21 dicembre e andrà anche in onda in tv su Odeon il 26 con uno speciale. In gara 38 artisti divisi in tre categorie: 16 cantautori, 16 interpreti e 6 band. Ci sarà un vincitore e un premio per ogni categoria».
Qual è l'obiettivo della manifestazione?
«Non promettiamo fama e gloria, ma diamo la possibilità di esprimersi a talenti che restano fuori dai soliti canali di promozione. E vogliamo valorizzarli anche attraverso compilation su cd, le frequenze della nostra emittente ufficiale Radio Radio e alcuni concerti. Stiamo pensando ad alcune serate estive, Covid permettendo».
Che tipo di musica si ascolterà?
«Di tutto. Spaziamo dal rock al pop, dai cantautori al gospel e perfino al folk e alla lirica».
Come le è venuta l'idea di Roma Music Festival?
«Mi occupo di musica da tanto tempo e ho visto tanti talenti meritevoli avere difficoltà. Sembra che gli spazi per la musica siano sempre più ristretti. Noi offriamo un palcoscenico e una giuria competente, in grado di testare sul campo il talento, in modo diverso da quanto avviene ad esempio in alcuni talent televisivi».
Qualche nome uscito dalla rassegna?
«Ad esempio, Jacopo Ratini che è stato anche a Sanremo Giovani, e Carlo Alberto Ferrara, che ha pubblicato ottimi i dischi e vinto anche altri premi importanti».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Dicembre 2021, 09:32
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