Roma, multe cancellate ad amici e parenti: 197 indagati tra cui Lotito, sequestro da oltre 1 milione

Roma, multe tolte ad amici e parenti: 197 indagati tra cui Lotito, sequestro da oltre 1 milione

di Michela Allegri
Nuova tranche dell’inchiesta “Multopoli”, che negli anni scorsi aveva già fatto tremare il dipartimento Risorse economiche del Campidoglio e l’Ufficio contravvenzioni di via Ostiense. I numeri sono da record: 197 indagati per truffa e falso, tra i quali quattro ex dirigenti e funzionari capitolini, compreso il direttore - già allontanato - del dipartimento, Pasquale Libero Pelusi. I finanzieri del comando provinciale, su disposizione del pm Francesco Dall’Olio, hanno disposto il sequestro di più di un milione di euro. Tra i beneficiari del trattamento di favore - indagato e destinatario del provvedimento di sequestro - c’è anche il patron della Lazio, Claudio Lotito.

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La maxindagine riguarda anche l'ex responsabile del dipartimento risorse economiche del Comune di Roma assieme ad altri tre dipendenti. I fatti contestati riguardano il periodo che va dal 2012 al 2014.
Nei confronti di Lotito la cifra sequestrata è di oltre 26 mila euro. In particolare, secondo quanto accertato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Francesco Dall'Olio, che hanno coordinato le indagini svolte dalla Guardia di Finanza del Nucleo di polizia economico finanziaria, per quanto riguarda la posizione del numero uno della Lazio che faceva risultare come veicoli di scorta auto private che erano state multate. Il sequestro preventivo ha riguardato anche la società di autonoleggio per circa 800 mila euro.


Tramite vari escamotage i funzionari - con la compiacenza di ex appartenenti alle forze dell’ordine - avrebbero cancellato migliaia di multe e contravvenzioni a centinaia di beneficiari. Uno dei trucchi utilizzati era quello di far passare come auto usate per servizi di scorta vetture normali, giustificando in questo modo l’annullamento della contravvenzione. Oltre a Pelusi, sono stati indagati anche Patrizia Del Vecchio - soprannominata negli uffici “la zarina” -, Laura Cirelli e Maria Rita Rongoni. I fatti contestati riguardano il periodo che va dal 2012 al 2014.
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Gennaio 2019, 16:52
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