Roma, morto Serafino Melchiorre: frate artista, autore di oltre venti portali bronzei nel mondo

Roma, morto Serafino Melchiorre: frate artista, autore di oltre venti portali bronzei nel mondo

di Valeria Arnaldi

Se ne è andato nel periodo in cui era solito riporre i presepi, che ogni anno realizzava per la sua mostra natalizia nella basilica romana di Santa Teresa d’Avila, dove dal 1955 viveva e aveva il suo studio. E idealmente ha fatto così anche quest’anno, con le ultime creazioni esposte nella mostra 100 presepi in Vaticano. Nato a Gioia del Colle, in Puglia, nel 1932, Serafino Melchiorre, frate artista, allievo di De Pisis, nonché autore vivente che aveva realizzato il maggior numero di portali bronzi per chiese - ben ventidue nel mondo - si è spento  nella notte.

 I funerali si terranno mercoledì 18, alle 10, nella basilica. Tra i suoi portali più noti, quello per la cattedrale di San Giusto a Trieste, che in un concorso internazionale lo vide trionfare su 150 candidati, incluso Emilio Greco. Fu proprio Greco, insieme ad altri artisti, a sollecitare Serafino Melchiorre a portare il suo segno nell’arte sacra, per cui, da giovane, non si sentiva pronto. Inizialmente, infatti, aveva scelto Roma come “musa”, elevandola a protagonista di più opere. Poi, appunto, il cambio di sguardo e i tanti portali, da quello di San Rocco a Gioia del Colle fino alla Basilica Stella Maris a Haifa in Israele e così via, senza dimenticare ovviamente quello per Santa Teresa d’Avila, in cui ha raffigurato vari momenti della vita della Santa.

Oggi la chiesa romana appare un museo che racconta la sua arte, i molti talenti, la generosità: l’ultimo lavoro all’interno della basilica, lo ha realizzato durante la pandemia, in un grande affresco con angeli, pensato per portare speranza.

Suoi anche gli affreschi in Sagrestia, la statua della santa e il paliotto dell’altare. «Tra gli apostoli ho posto San Paolo:è il mio omaggio a Roma», raccontava. E suoi, appunto, i tanti bozzetti e modelli di lavori. Poi quadri, ceramiche, statue in bronzo e molto ancora.

Nello studio, tra quadri e ceramiche, ancora nuovi progetti fino all’ultimo, nel desiderio di mettersi sempre alla prova e narrare - e celebrare - il sacro ricercandolo nella quotidianità, per farlo sentire più “vicino” agli osservatori. Tra i tanti lavori realizzati, anche fonti battesimali scolpiti in legno, stazioni della Via Crucis in bronzo - pure per la chiesa dei Carmelitani a Bruxelles - ostensori in oro e argento, nonché un busto di papa Benedetto XVI.

E così via, fino ad arrivare alla riflessione, articolata, sulla Natività e su Roma che ha rappresentato anche su frammenti di intonaco della basilica, staccatisi improvvisamente nel 2016. Serafino li ha trasformati in opere, contribuendo a sostenere con la loro vendita il restauro della basilica stessa. «Mi sono rimboccato le maniche e ho iniziato a dipingere i pezzi di intonaco - disse  - Ho scelto soggetti romani, vedute di villa Borghese, piazze e monumenti». Ancora un tributo alla “sua” città.


Ultimo aggiornamento: Domenica 15 Gennaio 2023, 18:30
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