Roma, arrestato il patron della discoteca “Palacavicchi”: è accusato di bancarotta

Roma, in manette il patron della discoteca “Palacavicchi”: è accusato di bancarotta

di Emilio Orlando

Frana un altro pezzo importante dell’economia di Roma. Le serate danzanti a ritmi caraibici, i veglioni di Capodanno al Palacavicchi, con migliaia di partecipanti, rimarranno per il popolo della notte solo un ricordo, come scene di un film cult.

All’alba, i finanzieri del Gico hanno bussato alla porta del patron del gruppo Cavicchi per arrestarlo. Con Giancarlo Cavicchi sono finiti in manette anche alcuni familiari. Le indagini delle Fiamme Gialle nascono «dopo il ripetuto fallimento delle società, con un danno all'erario protrattosi per decenni, che non ha impedito al gruppo Cavicchi di mantenere il "controllo" degli alberghi di proprietà, l'Alta Quota di Ciampino e il Grand Hotel di Bologna».

Questo, scrive ancora il gip di Roma Corrado Cappiello, grazie allo «stabile accordo tra gli stretti componenti della famiglia», composta dal patron Giancarlo Cavicchi, dalla moglie Franca Mingotti, e dal figlio, Cristiano, 51 anni, in collaborazione con "il loro consulente di fiducia", Luigino Bellusci, 63 anni. Nella sostanza, «le strutture alberghiere, - scrive sempre il gip nell'ordinanza - con il fattivo contributo di Bellusci, sono sempre rimaste nella disponibilità della famiglia Cavicchi, nonostante il fallimento delle diverse societa', con danno di diversi creditori, tra cui principalmente l'erario». Con circa il 70% dei debiti che era proprio nei confronti dell'erario.

Il "sistema" messo in piedi dalla famiglia, originaria di Cento, ma trapiantata a Ciampino, ai Castelli Romani, e' andato avanti per circa 26 anni.

Per questo, scrive il giudice, «deve ritenersi assolutamente concreto ed attuale il pericolo di reiterazione di delitti della stessa specie di quelli per cui si procede da parte degli indagati». Le condotte contestate, «si sono protratte per un significativo arco temporale, fino alla dichiarazione di fallimento delle due societa' appartenenti al 'Gruppo Cavicchi'».

Il giudice evidenzia in particolare, «l'inadempimento sistematico delle obbligazioni tributarie - continua sempre il gip - a partire da diversi anni prima della formale dichiarazione di fallimento di entrambe le società aggravato dalla consumazione dei gravi episodi distrattivi relativi ai diversi rami d'azienda e agli ingiustificati trasferimenti di ingenti somme di denaro in favore di altre società del gruppo ancora in bonis». Fatti, sottolinea il giudice nell'ordinanza, che «inducono a ritenere che le condotte illecite poste in essere dagli indagati non siano occasionali o sporadiche, ma il frutto di una precisa strategia tesa a mantenere il controllo delle attivita' e dei beni produttivi senza provvedere al pagamento dei creditori, specialmente erariali».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Marzo 2021, 16:48
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