Incendi a Roma, gli investigatori: «Non c'è una regia criminale». Allarme diossina

Video

di Emilio Orlando

Non sembra esserci la “mano criminale” negli inneschi che hanno dato vita agli incendi di Malagrotta e nel Parco di Centocelle. Il pool anti incendi istituito ieri in un vertice tra il procuratore capo Francesco Lo Voi e gli altri rappresentanti delle forze dell’ordine appare orientato in questa direzione.

Allerta alta ma niente allarmismo. E soprattutto nessun riscontro sull’esitenza di una regìa occulta tesa ad alzare la posta nella partita sulla gestione dei rifiuti. Piuttosto anche la considerazione che proprio l’enorme quantità di rifiuti presenti, unita ad una siccità senza precedenti, stiano mettendo in ginocchio la Capitale. Alla riunione c’era anche il maggiore Emanuele Tamorri, comandante del Noe carabinieri di Roma: «Gli incendi divampati nella Capitale - ha spiegato all'Adnkronos - rappresentano sicuramente un allarme e stiamo indagando senza escludere alcuna ipotesi. Tuttavia non ci sono ad oggi elementi certi che possano far ipotizzare una regia criminale. Siamo partiti dall’incendio di Malagrotta, dove al momento non emergono significative evidenze in merito a una correlazione con i roghi di Casalotti, del Pineto e di Centocelle.

Stiamo indagando su vasta scala e in maniera approfondita».


Il maggiore ha aggiunto che «sicuramente la situazione è molto seria e la filiera dei rifiuti è tra le più permeabili alle infiltrazioni mafiose, ma c’é un dato incontrovertibile: a Roma in passato ci sono stati episodi di corruzione tra politica e imprenditoria che hanno portato a una mala gestione delle criticità che affliggono la città».
Me c’è dell’altro. Aria tossica, proteste e indagini dei pm sulla cura del verde nella Capitale. Scatta infatti l’allarme diossina dopo il maxi rogo di sabato scorso nel quartiere a sud della città mentre i magistrati indagano sulle cause di quanto accaduto. L’altra emergenza - legata invece all’incendio di alcune settimane fa nell’impianto di rifiuti di Malagrotta - trova già una sua prima soluzione tra le polemiche di alcuni sindaci dell’hinterland: la vicina discarica di Albano riaprirà mentre il trattamento meccanico-biologico avverrà a Guidonia, altro Comune confinante con la Capitale.

 

Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Luglio 2022, 10:25
© RIPRODUZIONE RISERVATA