Roma, palloncini rossi e (vero) distanziamento: il flash mob degli infermieri a piazza del Popolo. «Un giorno ci corteggiano e quello dopo ci disprezzano»

Roma, palloncini rossi e (vero) distanziamento: il flash mob degli infermieri a piazza del Popolo. «Un giorno ci corteggiano e quello dopo ci disprezzano»

di Simone Pierini
Palloncini rossi, un vero distanziamento sociale e un messaggio forte: «Un giorno ci corteggiano e quello dopo ci disprezzano». Sono gli infermieri, gli "eroi del coronavirus", coloro che per mesi hanno ricevuto applausi e omaggi dai balconi italiani e da tutto il popolo che li ha incoronati come i veri "angeli" della pandemia. Una categoria spesso dimenticata in passato che nell'emergenza ha mostrato il ruolo chiave che ricopre nella società e nella sanità del nostro Paese.    

Oggi sono scesi in 32 diverse piazza italiane per rivendicare i loro diritti. Sono circa duecento a piazza del Popolo, a Roma, in un flash mob che dimostra come sia possibile manifestare rispettando le regole anti contagio. Chi meglio di loro sa cosa sia avvenuto tra le corsie ospedaliere in questi mesi. Il via vai di malati, le terapie intensive intasate e i decessi che si sommavano giorno dopo giorno. 



Sono tre gli elementi della protesta, organizzata a Roma da Barbara Urso e Diego Roviti, che non vede coinvolto alcun organo sindacale ma solo rappresentanti degli infermieri. Il primo è «l'uscita dal Comparto e la stipula del primo contratto esclusivo per l'infermiere, il quale comprenderà altri fondamentali punti chiave come: superamento del vincolo di esclusività, adeguamento dei salari e delle indennità, riconoscimento delle competenze specialistiche, valorizzazione dei percorsi di studi post laurea intrapresi con conseguente lotta al demansionamento, come avviene già in molti Paesi dell'Europa». 

Il secondo è l'«adeguamento delle dotazioni organiche attraverso: ccorrimento delle graduatorie in essere, abbattimento del precariato e agevolazione delle mobilità. Il terzo infine è «l'equiparazione dei diritti dell'Infermiere dipendente di Pubblica Azienda con l'infermiere dipendente da ente privato».

«Questa é la punta dell'iceberg, il primo passo per raggiungere i nostri diritti - dichiarano gli organizzatori del flash mob - Come dichiarato in precedenza l'uscita dal comparto é fondamentale per il raggiungimento dei nostri obiettivi, ci batteremo affinché ciò avvenga. 
Crediamo che questo sia il giusto premio, non per l'emergenza coronavirus, ma per la professionalità che mettiamo in campo ogni giorno»
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«Il virus é stato solo una conferma della nostra abnegazione - proseguono in una nota - Noi ci siamo sempre stati. Ora però siamo snervati dai riconoscimenti di circostanza, dalle parole antomimiche che un giorno ci corteggiano e quello dopo ci disprezzano. Adesso vogliamo coerenza dalle Istituzioni. Adesso vogliamo che si tramutino in concretezza. Per noi e per tutti i cittadini che usufruiscono del Sistema Sanitario Nazionale».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Giugno 2020, 11:57
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