Colleferro, il mistero dell'Audi: caccia all'auto del branco dei picchiatori seriali

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di Emilio Orlando

«A picchiarmi sono stati più di due. Mentre ero a terra, mi pestavano e urlavano verso di me: in questo paese non dovevi più venirci». 
È il drammatico racconto alla polizia della vittima del pestaggio di sabato scorso. Nel comune a sessanta chilometri da Roma è caccia all’Audi scura usata anche in altri pestaggi ed al branco di ventenni picchiatori. L’auto sarebbe l’elemento ricorrente anche in altri casi di aggressione, avvenute nella stessa zona nei confronti di adolescenti e di ragazzi poco più che maggiorenni. Ne sono convinti gli investigatori del commissariato di Colleferro, che stanno setacciando ogni angolo del territorio della cittadina laziale e dei comuni limitrofi. 
Un video girato da alcuni testimoni, prima postato sui social e poi rimosso, collocherebbe l’automobile su diverse scene del crimine dove si sarebbero consumate altri raid. Proprio in uno di questi pestaggi, precedenti all’aggressione del 17enne Lorenzo C. ma collegati, andrebbe ricercato il movente di quella di sabato dove il ragazzo è stato ricoverato per gravi fratture alla mandibola ed al setto nasale. Nell’informativa in cui il sostituto procuratore della Repubblica di Velletri chiede la convalida del fermo di Lorenzo Farina e di Cristian Marozza (i due presunti aggressori) è riportata un’altra spedizione punitiva in cui la vittima aveva difeso un altro amico e dove Farina era stato l’aggressore. 
Inoltre dagli atti che la polizia ha consegnato al pubblico ministero Giovanni Taglialatela spunta l’ipotesi di un branco di ragazzi, protagonista di svariati episodi violenti avvenuti in pochi mesi dove sarebbe stata segnalata l’onnipresente Audi nera. 
Oggi nel carcere di Rieti, dove sono detenuti i due fermati, ci sarà l’interrogatorio di garanzia ed il giudice per le indagini preliminari deciderà se emettere un’ordinanza di custodia cautelare. 


Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Aprile 2021, 10:53
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