Roma, la 'ndrangheta aveva la sua "cava degli orrori": «Pagate o vi uccidiamo: lì non vi troverà nessuno»

La 'ndangheta romana aveva scelto un luogo isolato per minacciare le vittime

Roma, la 'ndrangheta aveva la sua "cava degli orrori": «Pagate o vi uccidiamo: lì non vi troverà nessuno»

di Emilio Orlando

“Gli sparo... Lo metto in macchina, me lo porto da una parte a Guidonia...dove c’è la cava...si preme qui... manda a qualcuno sennò lo taglio di netto”. 
Come nel romanzo “Il giorno della civetta”, i regolamenti di conti armati della ndrina autonoma avvenivano in una cava: non in Sicilia o in Calabria ma sulla Tiburtina. Alle porte di Roma. 
Era questo infatti il modus operandi utilizzato dagli uomini della ‘ndrangheta trapiantata nella Capitale al cui vertice c’era il boss Vincenzo Alvaro. Portare le vittime in una cava appena fuori dall’Urbe e minacciare di farle sparire per sempre, se non pagavano il loro debito al clan. Un luogo dell’orrore per decine di persone, che venivano trascinate in questa zona isolata e indotte a ritenere di non avere scampo. «Chi vi trova qui»... 
Particolari che emergono dall’inchiesta della Dia, coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò che - insieme ai sostituti Giovanni Musarò e Francesco Minisci - hanno smantellato parte di una potente “locale di ndrangheta” trapiantata nella Città Eterna. 


LE MANGIATE I piani criminali venivano progettati, infatti, proprio durante quelle che in gergo ‘ndranghetista si chiamano “mangiate” (ovvero pranzi per affrontare tematiche criminali).

Gli incontri avvenivano proprio a Guidonia, sede di numerose aziende di materiali estratti dalla pietra, dove uno degli arrestati (Giuseppe Trimarchi, titolare di una cava) partecipava alle riunioni dentro un appartamento in via Arischia a Lunghezza, messo a disposizione da Giulio Versace (finito nella rete degli inquirenti). Durante le “mangiate” venivano pianificati agguati, gambizzazioni, avvertimenti armati e strategie per acquisire quote societarie di aziende in difficoltà economiche. 


IL BOSS. Antonio Carzo (l’altro capo della ‘ndrina romana insieme ad Alvaro) è stato intercettato mentre minacciava di morte una vittima direttamente: «Lo sanno che li trovo... faccio male alla loro famiglia... e pure alla moglie». Un incubo per chi veniva taglieggiato, dove la cava degli orrori aveva un ruolo decisivo.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Maggio 2022, 13:26
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