Roma, il comandate Di Maggio: «I romani corrono troppo, ora metto gli autovelox dappertutto»

Il comandate Di Maggio: «I romani corrono troppo, ora metto gli autovelox dappertutto»
La sua giornata inizia presto - alle 7 è già alla sua scrivania nell'ufficio di piazza della Consolazione - e finisce tardi: «E col cellulare che squilla a tutte le ore...», dice mentre chiama al telefono il responsabile della sala operativa e contemporaneamente scrive sul gruppo whatsApp dell'Anci il suo saluto da Roma. Su un secondo telefonino chiama la figlia: «Ciao papà, buon lavoro». Antonio Di Maggio è questo: un metro e settanta di energia. «E per guidare il Corpo della polizia locale di Roma capitale ne serve davvero tanta».



È stato nominato da due mesi, cosa ha fatto in questi 60 giorni?
«Il mio impegno è stato da subito quello di ridare autorevolezza e centralità agli agenti. Indossare una divisa come la nostra a Roma non è semplice. Spesso subiamo aggressioni per svolgere al meglio il nostro lavoro, ma era necessario riconquistare la credibilità e l'autorità giusta per ottenere il rispetto dei cittadini. Noi dobbiamo essere d'esempio e quindi inappuntabili, presenti sul territorio e ben visibili».
Per questo ha voluto da subito che tutti gli agenti indossassero la divisa?
«Sì, l'uniforme è un segno distintivo e consente di avere un rispetto maggiore».
Ci dica la verità, cosa ha chiesto alla Raggi quando ha firmato il contratto da comandante generale?
«Veramente è stata lei a chiedere a me qualcosa...».
Cioè?
«Di riportare decoro e rispetto delle regole e tutelare al massimo la nostra città».
Una missione impossibile?
«Speriamo di no, altrimenti sarebbe finita. Innanzitutto mettendo quanti più uomini possibile in strada. Serve la presenza, in ogni area della città. Per questo ho chiesto a chi si occupa di edilizia e commercio di prestare servizio di viabilità per due ore al giorno. Un impegno personale minimo che però ha sortito il suo effetto: ora i vigili in strada ci sono».
E i 350 nuovi agenti assunti con il Concorsone, come saranno distribuiti?
«È necessario rinforzare pesantemente il primo gruppo centro storico, quindi circa la metà andranno in centro. Il resto saranno smistati equamente nei comandi più in difficoltà di personale».
Saranno tutti armati?
«Sì».
Quali sono le priorità?
«La lotta all'abusivismo è un punto fondamentale. Abbiamo messo in campo il massimo delle risorse per scovare depositi e organizzazioni che sfruttano gli ambulanti, senza tralasciare i sequestri ai venditori: dobbiamo far rispettare la legge».
Poi?
«Tolleranza zero verso la sosta selvaggia. Ed è per questo che stiamo dotando tutti i gruppi dello street control: un sistema tecnologico su cui puntiamo molto che velocizza di dieci volte le procedure sanzionatorie. Chi parcheggia in divieto sarà multato». 
I limiti a 30 km/h per le buche gridano pietà, o sbaglio?
«Sono provvedimenti provvisori che scompaiono al momento della sistemazione dell'asfalto».
Secondo lei a Roma si corre troppo?
«Sì. La velocità è la prima causa di incidenti e mortalità. Per questo stiamo intervenendo con autovelox fissi nelle strade a rischio».
Una per esempio.
«La Galleria Giovanni XXIII sembra un tracciato di Formula Uno. Stiamo definendo con la Prefettura l'iter per installarci un nuovissimo autovelox, gli automobilisti sono avvisati».
E i velox dei gruppi, lo sa che sono quasi tutti rotti?
«Sono in manutenzione e ne arriveranno in prova altri 16 di nuova generazione entro due mesi. Se come credo funzioneranno a dovere li acquisteremo».
Cosa vuol dire ai suoi uomini?
«Che confido nella collaborazione di tutti».

(ha collaborato Lorena Loiacono)

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Maggio 2018, 09:37
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