Allerta meteo a Roma, le 5 zone a rischio per il maltempo. Oggi nuovo allarme, la mappa

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di Laura Bogliolo
Da Prima Porta all’Infernetto la mappa dei luoghi a rischio allagamento si amplia, a causa del mutamento delle condizioni meteorologiche e per la scarsa manutenzione delle caditoie. Ma c’è un’altra incognita da considerare, quella delle arterie idrauliche della città che un tempo erano un preziosissimo percorso per far defluire le acque piovane al Tevere e all’Aniene: oggi quell’autostrada sotterranea è sepolta da erbacce e discariche. Quel reticolo pieno di sporcizia e le caditoie ostruite da foglie, fango e sassolini, provocano il fenomeno della “Roma sommersa”.

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EMERGENZA CADITOIE
L’Autorità Distretto idrografico dell’Italia Centrale parla di 170 chilometri di arterie ostruite e di 250 mila romani a rischio allagamenti. Tra le aree maggiormente in pericolo, ci sono la Tiburtina, la Prenestina, la Casilina, l’Infernetto, Prima Porta. Storicamente nella lista c’è San Paolo, con l’allagamento del sottopasso vicino alla stazione della metro B, la Tiburtina Valley, largo Preneste ribattezzata ormai «lago Preneste». A Sud, i tecnici segnalano il frequente allagamento del viadotto delle Tre Fontane sulla Colombo. Anche l’Appio è in sofferenza per la gestione del fosso della Caffarella. L’altra settimana si è allagata la Basilica di San Sebastiano sull’Appia Antica. Scene da nubifragio si ripetono all’Infernetto, dove nel 2011 un cittadino dello Sri Lanka morì annegato all’interno del seminterrato dove abitava. E il problema caditoie resta ancora fortissimo: ieri un romano ha tolto con una pala la terra che ostruiva un tombino in via dei Platani. Le due gare finanziate con i fondi del Giubileo, intanto, sono ancora in corso. 
 
 


I POLI MUNICIPALI
Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’Autorità Distretto idrografico dell’Italia Centrale annuncia lo stanziamento di 10 milioni di euro per pulire, tra gli altri, i fossi di Tor Sapienza, Prima Porta, Caffarella, San Vittorino, Rio Galeria. «Operazione non fatta da 30 anni» dice. Ma poi chi curerà la manutenzione? «Dovrebbero farlo i consorzi di bonifica, ma all’interno del Gra non esistono». Diego Porta, a capo dell’Ufficio extradipartimentale Politiche della sicurezza e Protezione civile, spiega: «Il piano generale di emergenza è fermo al 2008, nel frattempo è cambiata la morfologia di Roma: da marzo abbiamo iniziato a scrivere il nuovo piano, verrà consegnato a fine anno». Il vecchio documento è impostato ancora sull’organizzazione della città in 19 Municipi (ridotti a 15 nel 2013). «Abbiamo individuato aree di emergenza dove far confluire la popolazione e i mezzi, inoltre, in accordo con le associazioni del territorio, creeremo dei Poli di Protezione civile in ogni municipio» aggiunge Porta. Duemila i volontari e 80 le associazioni in campo. 

INCOGNITA VIA FRASSINETO
Il rischio allagamento è fortissimo a Prima Porta e Labaro, vittime dell’alluvione del 2014. Ieri erano già pronti uomini e mezzi di 4 associazioni della Protezione civile. «La previsione è simile a quella del 2014» dice il “Comitato 31 gennaio Prima Porta-Labaro”. E dopo 4 anni, le polemiche sulle idrovore non si placano. La Regione stanziò fondi per quella di via Frassineto che è stata migliorata e trasformata in un impianto per lo smaltimento delle acque meteoriche. La gestione, quindi, dovrebbe passare a Roma Capitale, la quale però ha chiesto altri miglioramenti. Quasi due mesi fa, il consiglio del XV Municipio, con una risoluzione ha chiesto al Campidoglio di assumere la gestione dell’idrovora, al cui funzionamento è appeso il futuro di Prima Porta. Anche oggi.
Ultimo aggiornamento: Domenica 28 Ottobre 2018, 16:33
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