Tutto per un cappellino. La lite tra 15enni davanti alla metro Lepanto, che stava per trasformarsi in un omicidio, è iniziata per un “conteso” cappello con visiera da rapper. I due minorenni si sono rincorsi e, dopo che uno dei due gli aveva sfilato il cappellino, l’altro lo ha rincorso con un coltello ferendolo quasi a morte. La crudeltà con la quale è stato sferrato il fendente è testimoniata dalla pozza di sangue rimasta sull’asfalto a pochi metri dalle scale della metropolitana. Sono stati momenti terrificanti, all’angolo con viale Giulio Cesare.
I TESTIMONI. Il “regolamento di conti” è avvenuto sotto gli occhi di decine di persone, tra cui pendolari e turisti che entravano e uscivano dal metrò a pochi passi dalle caserme e dal tribunale civile. La vittima dell’accoltellamento, un ragazzo capoverdiano di 15 anni, ricoverato in gravi condizioni al Bambino Gesù ma non in pericolo di vita.
L’ACCOLTELLATORE Le famiglia di appartenenza di entrambi si conoscono e si frequentano.
IL FERITO Nato in Italia ma originario delle Isole di Capo Verde, come il suo aggressore. Il giovane è residente su via Cassia, nella zona di Due Ponti, dove vive con la famiglia. Incensurato, frequenta la stessa comitiva che “bivacca” fino a tarda ora lungo viale Giulio Cesare.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Giugno 2022, 08:33
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