Caso rifiuti davanti alle scuole di Roma, la Grillo gela Raggi: «Il Comune pulisca»

Caso rifiuti davanti a scuole, la Grillo gela Raggi: «Il Comune pulisca»

di Lorenzo De Cicco
Le pile di immondizia in strada, i ratti che fanno capolino nelle scuole, i presidi che minacciano di tener chiuse le aule per «rischi sanitari». La crisi della monnezza romana allarma anche il governo, perfino i ministri di segno grillino, colleghi (di partito) della sindaca Virginia Raggi. «Per Roma è un momento critico», ammette la titolare della Salute, Giulia Grillo, che tiene a precisare come a risolvere la situazione, subito, debba essere la sindaca. È affar suo, perché «la gestione dei rifiuti è di competenza comunale - rimarca la ministra - e spero che Virginia Raggi riesca a superare presto e bene questa fase critica». Per le scuole, dice, «è doverosa un’attenzione particolare, se i presidi segnalano criticità non rimarremo a guardare», è l’avvertimento. «Il ministero e i Nas - dice ancora Grillo - vigilano sulla situazione sanitaria di Roma in accordo con le Asl, come di ogni altra città». Messaggio chiaro, «attenzione alle polemiche strumentali», ma «il governo segue da vicino la situazione di Roma e, per la parte che mi compete, sono sempre attenta a ogni segnalazione».

IL LEADER M5S
Anche Luigi Di Maio è impensierito dal precipitare della situazione romana. Ieri ha parlato di una «città in ginocchio», pur dando la colpa «all’incendio di uno degli impianti fondamentali», il Tmb del Salario, incenerito quasi un mese fa in circostanze poco chiare. «Daremo il massimo supporto, ma so che Regione, Comune e ministero dell’Ambiente stanno collaborando per trovare una soluzione temporanea», ha detto il vicepremier. Sarà. Per il momento la crisi non sembra smorzare i suoi maleodoranti effetti, anzi.

L’Associazione nazionale Presidi, in una lettera anticipata ieri dal Messaggero, ha dato l’ultimatum al Campidoglio: o porta via i sacchetti che si sono accumulati davanti agli ingressi di elementari e asili, oppure domani, alla ripresa delle lezioni, le classi rimarranno chiuse. La minaccia sembra avere ottenuto gli effetti sperati, perché, su input di Raggi, l’Ama ha spedito centinaia di netturbini intorno agli istituti. Altri ancora lavoreranno a pieno ritmo nella giornata di oggi, nonostante sia domenica. Ieri Palazzo Senatorio faceva sapere che gli operatori della società dei rifiuti avevano «già monitorato oltre 3mila scuole». E che «tutte le eventuali criticità sono oggetto di intervento urgente, in modo da ripristinare il decoro già entro la giornata».

DIRIGENTI IN ALLERTA
Fino a ieri però la situazione, intorno agli istituti di Roma, era ancora estremamente critica. Tanto che i presidi si mantengono guardinghi: «Se le cose, come promette il Comune, miglioreranno, lunedì le scuole riapriranno», spiega il capo della sezione del Lazio dell’AssoPresidi, Mario Rusconi. «Ma continueremo a fare verifiche e sopralluoghi fino all’ultimo per controllare che siano effettivamente garantite le condizioni igieniche per alunni e insegnanti. Questo monitoraggio andrà avanti anche nelle prossime settimane, non ci accontentiamo di una pulizia spot dell’ultim’ora». I dirigenti che domattina dovessero ravvisare ancora gravi problemi nei loro istituti, aggiunge Rusconi, «chiameranno le Asl, per certificare l’emergenza. Ogni preside deciderà per sé». 
L’allarme nelle scuole ha fatto da innesco agli attacchi contro la giunta grillina, dal Pd a Fdi e Forza Italia: chi chiede le dimissioni della Raggi, nel caso in cui le lezioni vengano rimandate, chi rinnova la richiesta di un commissario per i rifiuti. Lei, la sindaca, per il momento non parla. Con i suoi sta mettendo in fila, in un documento, le sciagure di questi mesi: l’incendio al Tmb, i roghi dei cassonetti in batteria (300 nel 2018, secondo il Comune, 70 solo a dicembre), il presunto assenteismo tra i netturbini sotto le feste. Finirà tutto in un dossier che sarà spedito in Procura.
Ultimo aggiornamento: Domenica 6 Gennaio 2019, 09:07
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