Fece video all'incontro tra Renzi e un dirigente dei servizi: la prof romana ora rischia il processo

Fece video all'incontro tra Renzi e un dirigente dei servizi: la prof romana ora rischia il processo

Con due video e una dozzina di fotografie ha «arrecato danno all'immagine e alla reputazione del sentore Matteo Renzi» diffondendoli «mediante email». È quanto scrivono i pm della Procura di Roma nell'atto di conclusioni dell'indagini nei confronti dell'insegnante romana di 44 anni che il 23 dicembre del 2020 ha immortalato il parlamentare in colloquio, avvenuto nei pressi di un autogrill di Fiano Romano, con Marco Mancini, all'epoca dei fatti dirigente del Dis.

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La donna rischia, quindi, di finire sotto processo per l'accusa di diffusione di riprese e registrazioni fraudolente. Il procedimento era stato avviato dai magistrati di piazzale Clodio dopo una denuncia presentato dallo stesso Renzi. Nel corso dell'attività istruttoria gli inquirenti hanno ascoltato per due volte la donna la quale ha sostanzialmente negato qualsiasi collegamento con gli apparati di sicurezza. In una nota diffusa ieri il suo difensore, l'avvocato Giulio Vasaturo, ha puntualizzato che la sua assistita ai magistrati «ha già ampiamente chiarito la propria posizione, dimostrando in maniera anche documentale e, quindi, incontrovertibile la casualità della sua presenza presso l'autogrill e, ovviamente, la sua assoluta estraneità ad apparati di Intelligence».

Il frame dal video trasmesso da Report

Nella versione fornita agli inquirenti la professoressa «da semplice ed irreprensibile cittadina - aggiunge il difensore - nell'assistere a quell'incontro fra l'ex presidente del Consiglio e, con tutta evidenza, un altro esponente della Pubblica Amministrazione, in quanto anch'egli dotato di scorta istituzionale, ha avuto la curiosità di documentare l'episodio avvenuto in un luogo e con modalità che sono oggettivamente inusuali».

Nel procedimento aperto a Roma non sono stati ipotizzati reati legati ad una eventuale attività di spionaggio così come invece avviene per l'attività avviata alla luce della denuncia presentata da Mancini contro gli autori della trasmissione tv che ha mandato in onda il filmato nella primavera del 2021.

In quel procedimento il capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Elisabetta Belloni, avrebbe apposto il segreto di Stato nell'ambito di indagini difensive effettuate dai legali dell'allora dirigente del Dis. Di questo aspetto della vicenda scrive anche Renzi in un libro. Commentando le parole della professoressa, Renzi afferma che «per le polemiche legate al segreto di Stato siamo alla terza versione diversa della professoressa e anche stavolta le contraddizioni sono evidenti». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Novembre 2022, 19:58
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