Reddito di cittadinanza, ma l'operaio girava con una Porsche Macan da 60mila euro
di Enrico Chillè
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Potrebbe sembrare l'ennesimo caso di truffa ai danni dello Stato: sono diversi i casi dei "furbetti" che dichiarano di essere disoccupati o al di sotto della soglia di povertà per poter ricevere il reddito di cittadinanza, ma questa volta potrebbe trattarsi di un clamoroso equivoco. Almeno stando a quanto affermato dal 45enne, che ha provato a difendersi così: «Quella macchina non è mia, ma della mia ex moglie: gliela stavo riportando dopo averla fatta riparare in officina a Roma. Io ho una Panda, come ho dichiarato al fisco, ma l'Inps mi ha bloccato tutto per problemi amministrativi».
L'uomo, che lavora saltuariamente come operaio in un'autofficina, guadagna 800 euro al mese, integrati dai circa 300 previsti dal reddito di cittadinanza. Ora, però, quel sussidio mensile non c'è più e il 45enne ha deciso di fare ricorso presso il giudice di pace. Al suo fianco ci sono i legali dell'associazione Giustitalia, che spiegano: «La sospensione è illegittima, l'uomo non possiede immobili o beni di lusso e la Porsche appartiene esclusivamente alla moglie, una facoltosa imprenditrice nata e residente a La Spezia. I due sono legalmente separati da oltre un anno e la donna non percepisce alcun sussidio, quindi consideriamo illegittimo revocare il reddito di cittadinanza all'ex marito».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Novembre 2019, 10:11
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