Era stata accusata di aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, ma adesso non verrà più sottoposta a processo. Il caso, uno dei primi se non il primo in Italia, è avvenuto a Roma dove l'imputata, una 26enne, ha visto annullarsi la richiesta di rinvio a giudizio a suo carico presentata dal pm al giudice per le udienze preliminari. Il motivo? Perché la norma che prevede il reato, contestato alla donna dalla Procura di Roma, nel frattempo è stata abrogata con l'ultima legge di bilancio.
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La vicenda
L'ex imputata ha percepito il sussidio per 10 mesi senza però avere i requisiti per ottenerlo: 800 euro mensili di assegno deciso dal primo governo Conte. Alla giovane infatti mancava uno dei requisiti base per ottenerlo: viveva con la sua famiglia e all'interno di questa il reddito totale eccedeva la soglia sotto il quale veniva riconosciuto, con la vecchia legge, il reddito di cittadinanza. E a questo punto il giudice, ricevuta la richiesta del pm, ha respinto gli atti alla Procura invitandola a contestare un reato ancora in essere e non quello abolito.
Le possibili ripercussioni
Una svista evidente della legge di bilancio è evidente che è andata ad abrogare la legge che disciplina il sussidio e la norma che punisce chi lo percepisce indebitamente, attraverso dichiarazioni o documenti falsi. E il caso della 26enne di Roma è il primo fra i molti che potrebbero presentarsi con effetti difficili da pronosticare sul contrasto a un fenomeno illecito ancora assai diffuso, nonostante le tante inchieste già arrivate a sentenza.
Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Marzo 2023, 20:29
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