Rapinavano banche, nella banda ultrà di estrema destra e un ex poliziotto come ai tempi della “Uno Bianca”

Rapinavano banche, nella banda ultrà di estrema destra e un ex poliziotto come ai tempi della “Uno Bianca”

di Emilio Orlando
Astuti trasformisti, maestri nel travestimento e nel travisamento fisico per non essere riconosciuti. Capelli, barba e baffi finti, correzioni con trucco cinematografico dei tratti somatici del viso per "ingannare" i sistemi elettronici di riconoscimento facciale e di rilevamento delle impronte digitali con un dito di gomma che ne riproduceva uno umano. Erano tutti gli accorgimenti e gli escamotage criminali utilizzati dalla pericolosa banda di rapinantori di banche, battezzata anche “ banda delle parrucche”, smatellata questa mattina all' alba al termine di un' indagine congiunta dei carabinieri del nucleo investigativo di Via In Selci e la sezione antirapina della squadra mobile capitolina. Anche i soprannomi con i quali di chiamavano tra loro servivano a camuffarsi ed a non essere identificati.

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Il commando composto da cinque persone, gravitanti nel mondo dell' estremismo di destra e del tifo “Ultrà” laziale aveva arruolato nelle loro fila anche un ex appartenente alla polizia di stato in servizio fino a pochi anni fa alla scientifica e quindi molto esperto di sistemi di videosorveglianza e telecamere a circuito chiuso utilizzate come sistema di vigilanza passiva antirapina negli istituti di credito. L'agente infedele, Stefano Cangelosi soprannominato “Il ciccione", sospeso dal servizio da un paio d'anni per una vicenda legata ad un presunto traffico di droga, aveva il compito di dare “dritte” operative agli altri appartenenti alla paranza di rapinatori e di ascoltare a distanza con uno scanner, rispetto a dove la rapina veniva consumata, le comunicazioni radio di polizia e carabinieri e di avvertire i complici che tenevano in ostaggio i dipendenti della banca sui tempi di arrivo delle volanti e delle gazzelle. Una vera organizzazine criminale di tipo verticistico, che dalle modalità oraganizzatice del gruppo ricorda quella della cosiddetta  “banda della Uno Bianca”, che seminò il terrore nella zona di Bologna tra la fine degli anni '80 e l' inizio degli anni '90, dove i malviventi arrestati risultarono poi essere poliziotti. A differenza del commando bolognese, i rapinatori arrestati all' alba di oggi, hanno usato poca violenza fisica verso i direttori ed i cassieri degli otto istituti di credito che hanno rapinanato per un bottino complessivo di quasi quattrocento mila euro. Si muovevano con disinvoltura nei quartieri di Monteverde, Montesacro, Ponte Milvio, Cecchignola e Olgiata dove hanno messo a segno i colpi.

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Tranne in due occasioni dove colpirono in una banca di Guidonia e di Alba Adriatica nelle Marche. Tra le persone finite in manette, oltre l' ex poliziotto altri quattro rapinatori di lungo corso. A capo del commando c' era Franco Oddo detto “lo zio”, un rapinatore cinquantenne, storico appartenente ai movimenti politici di estrema destra e fanatico del tifo violento negli stadi,  Massimo Mariani alias “Il matto”, residente a Bassano Romano in provincia di Viterbo, protagonista nel 2011 di una serie di rapine funamboliche in alcune banche del viterbese con scooter e motorini rubati, Corrado Ovidi soprannominato “L'oste” e Giuliano Pennese “Il soldato”, un 41 enne incensurato alle prime armi con il azioni criminali, che aveva il compito di entrare nelle banche, abilmente travestito con parrucca e baffi cinematografici per fare da apripista agli altri complici proprio per il fatto che non era conoscito alle forze dell' ordine. 

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Marzo 2023, 04:19
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