Roma, morto il rom affetto dal coronavirus: aveva 33 anni

Quarticciolo, morto il rom affetto dal coronavirus: aveva 33 anni

di Sofia Unica
Il coronavirus non lascia scampo nemmeno nella Capitale. Ieri il sesto morto tra quelli ricoverati allo Spallanzani l'11 marzo membro della comunità rom residente al Quarticciolo. Tra atroci sofferenze un giovane si è spento nel reparto di rianimazione dopo che aveva accusato i primi sintomi del virus letale in un appartamento delle case popolari.
Lo straniero trentatré anni serbo, originario di Loznica nella ex Jugoslavia, era arrivato in ospedali in gravi condizioni con una crisi respiratoria già in atto. Subito dopo il trasporto nel nosocomio specializzato per le malattie infettive era stato praticato in tampone per verificare se l'uomo era positivo al Covid-19. L'esito dell'esame confermò subito l'atroce sospetto dei medici acclarandone la positività. Altri quattro componenti dello stesso nucleo famigliare, tutti residenti in via Molfetta risultarono positivi al test.
Intanto le autorità sanitarie della zona stanno verificando se il ragazzo contagiato aveva avuto contatti anche con altri parenti che vivono nel campo nomadi di via Salviati dove attualmente risiedono decine di nuclei familiari rom e sinti che vivono in precarie condizioni igienico sanitarie. Particolarmente allarmante alla luce dell'emergenza Coronavirus, appare secondo le associazioni che tutelano i diritti dei nomadi, la situazione dei campi di Via Lombroso, Via Candoni, Villa Gordiani, Castel Romano e via di Salone dove risiedono 2.200 persone di cui la metà sarebbero, secondo le stime, minorenni in età scolare. La polizia locale R è scesa in campo anche in questo caso per cercare di evitare una diffusione ulteriore del virus vigilando sugli accessi nei campi e monitorando costantemente oltre gli ingressi ed il transito delle persone anche sulle merci in uscita ed in entrata.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Marzo 2020, 09:34
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