Virginia Raggi, il pm: «Condannate il sindaco a 10 mesi»

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di Michela allegri e Sara Menafra
La procura di Roma chiede la condanna a 10 mesi per il sindaco Virginia Raggi e l'accoglimento di attenuanti generiche. Il sindaco è accusato di falso ideologico in atto pubblico. Per il procuratore aggiunto Paolo Ielo e per il pm Francesco Dall’Olio, la prima cittadina avrebbe mentito alla responsabile Anticorruzione del Campidoglio, dichiarando di avere deciso in autonomia la nomina al vertice del dipartimento Turismo di Renato Marra, fratello maggiore del suo ex braccio destro, Raffaele. In realtà, per l’accusa, quella promozione sarebbe stata gestita anche da Marra senior, finito per questo motivo sotto processo per abuso d’ufficio.

Come ha sottolineato il procuratore Ielo, la Raggi avrebbe mentito consapevolmente. «Il movente è duplice: la volontà di proteggere Raffaele Marra, persona considerata fondamentale per la gestione del Comune di Roma, è il vecchio codice etico del Movimento 5 Stelle, all’epoca vigente».

Il testo è stato depositato in aula nel corso dell’udienza. Il documento, infatti, prevedeva che anche solo con l’iscrizione nel registro degli indagati scattasse per i politici l’obbligo di dimissioni. Per l’accusa, quando la Raggi è stata interpellata dall’anticorruzione, che chiedeva se Raffaele Marra avesse partecipato alla nomina del fratello, ravvisando un possibile conflitto di interesse, la Raggi avrebbe risposto in modo negativo, per evitare di venire coinvolta in una eventuale inchiesta penale.

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 10 Novembre 2018, 08:45
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