Presentato in Campidoglio il volume "Milano Gender Atlas", modello per una città pensata anche per le donne

Presentato in Campidoglio il volume "Milano Gender Atlas", modello per una città pensata anche per le donne

di Valeria Arnaldi

É anche la dimensione urbana ad avere un peso nella questione di genere. É un problema di spazio pubblico, collegamenti, accesso ai servizi, sicurezza. A sottolineare la lettura dello “spazio” come elemento su cui riflettere per contribuire alla parità di genere, è il volume “Milan Gender Atlas - Milano Atlante di Genere”, presentato il 18 marzo in Campidoglio, in un evento promosso dalla Commissione Pari Opportunità di Roma Capitale.

Pubblicato da LetteraVentidue, il volume riassume i risultati della ricerca "Sex & the City", condotta in due anni da Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, fondatrici dell’omonima Associazione di promozione sociale, per indagare lo spazio urbano e guardare quali risposte offre alle donne e alle minoranze di genere e quali domande, invece, lascia in sospeso. Perché, spiegano le autrici nel volume, «nello spazio pubblico, i corpi femminili sono ancora relegati nell’immaginario della domesticità o ancorati al desiderio sessuale maschile. A livello simbolico la città continua, infatti, a essere lo spazio degli uomini e, implicitamente, la casa quello delle donne». Imperativo è, dunque, cambiare punto di vista. «La città, con i suoi spazi, è la rappresentazione concreta della società che, nel tempo, ne ha costruiti i connotati: ogni scelta urbanistica, ogni decisione politica è il riflesso di una struttura dominante che regge l’ordine sociale». Modificare lo spazio pubblico contribuisce, quindi, a mutare anche la prospettiva culturale.

Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro

Commissionata da Milano Urban Center, la ricerca prende come “metro” di città e società la vita quotidiana delle donne, dentro e fuori casa, portandone in primo piano i tanti ostacoli e limiti. Il risultato è un “ritratto” della dimensione urbana, che si presta a farsi spunto per un vero e proprio riesame di ogni città, quartiere per quartiere. Introdotte da Michela Cicculli e Claudia Pappatà, della commissione Pari Opportunità di Roma Capitale, le due autrici hanno dialogato con Chiara Belingardi, ricercatrice e urbanista dell’Università di Firenze, la deputata Cecilia D’Elia e Serena Olcuire, urbanista.  Obiettivo, riprendere la “lezione” della ricerca come strumento di lavoro nella Capitale. Secondo Cecilia D'Elia, l'Atlante è uno strumento politico, utile a smontare la struttura patriarcale delle nostre città.

«Lo standard è un utente medio universale, tuttavia, città e oggetti progettati da uomini sono spesso proprio destinati agli uomini, senza pensare a come tali cose siano vissute dall’altro genere. In questo libro abbiamo provato a svelare la finta neutralità dell’utente medio cui si rivolge la città», commenta Florencia Andreola. Quali sono le differenze di genere nello spazio urbano? «Lo stereotipo vuole che le donne si occupino del lavoro di cura, ma il patriarcato ingabbia a sua volta l’uomo all’interno di stereotipi – prosegue - Proviamo a guardare alla città da questi presupposti che ancora esistono e che definiscono un’esperienza spaziale.

Lo spazio cittadino non è neutro come hanno voluto farci credere, perché è abitato da corpi che ne fanno esperienze diverse, a partire dalle esigenze per le quali lo vivono. Non è solo la ragione per cui si esce di casa, ma è anche una questione di percezione, di come si vive la città, di giorno e di notte».

I temi presi in esame e usati come parametri per la ricerca sono violenza e insicurezza nello spazio domestico e nello spazio pubblico, usi della città e sua simbologia, sex work e sanità. Molte le criticità evidenziate, dai posti disponibili negli asili pubblici all’accesso ai mezzi di trasporto, dalle barriere architettoniche alla mancanza di servizi igienici e spazi pubblici inclusivi. Chiave poi rimane la questione della sicurezza: è più della metà delle donne intervistate per la ricerca ad aver ammesso di sentirsi in pericolo, di notte, nelle strade milanesi.  

«Occorre pensare anche la sfera della rappresentazione pubblica  - aggiunge Azzurra Muzzonigro - guardando quali soggetti e, dunque, quali valori, una città intende celebrare. Statuaria  e toponomastica sono lì a ricordarci in cosa la società intende riconoscersi. Da una ricerca sulla toponomastica in più città italiane, le strade intitolate alle donne rappresentano circa il  tre per cento, perlopiù composto da figure religiose. Una percentuale minore è dedicata a donne meritevoli della società civile. Le città, spesso, hanno difficoltà a retrointitolare gli spazi ma se c’è una volontà politica, le soluzioni si possono trovare, anche con la statuaria. Milano si sta muovendo in tal senso. A settembre, è stata inaugurata una statua di Cristina Trivulzio di Belgiojoso. E si sta progettando una scultura su Margherita Hack».

Nel volume pure analisi di “buone pratiche” in città come Vienna, Parigi, Barcellona e Berlino, perché l’Atlante non vuole essere solo una fotografia del momento, ma anche un sollecito a trasformare lo spazio urbano per cambiare la condizione delle donne, specie in alcune zone, e fare cultura della parità. In ogni ambito e, è proprio il caso di dirlo, in ogni spazio. Da qui, il sollecito a un dibattito sull’urbanistica come strumento concreto per raggiungere la parità di genere. È anche grazie ai servizi, come dimostra la ricerca, che le donne possono liberarsi dai pesi di determinate responsabilità, che nel nostro Paese sono ancora declinate in massima parte al femminile, come il supporto familiare e la cura. «La strada da fare è tanta, questo incontro può essere un primo passo per costruire una città capace di trasformarsi dando valore alle molteplici dimensioni che lo sguardo femminista sollecita», dicono le autrici. E così Roma pensa a una nuova “mappa” per rileggere gli spazi con occhi nuovi. Michela Cicculli afferma: «Mappare la città per costruire nuovi territori in grado di accogliere e ascoltare, case delle donne, centri antiviolenza ma anche poli civici in ottica di genere: cogliamo la sfida per portare l'Atlante a Roma. Ora abbiamo tutti gli strumenti per farlo».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Marzo 2022, 20:44
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