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Preferenziale a Portonaccio, il caso approda in Parlamento: ecco cosa è successo
di Flavia Scicchitano
Diventa un caso nazionale la corsia preferenziale fantasma' nel quartiere Portonaccio a Roma. Una sorta di trappola stradale non adeguatamente segnalata, oggetto dell'interpellanza presentata dal vice presidente della Camera Simone Baldelli, alla quale ha risposto in Aula a Montecitorio il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Umberto Del Basso De Caro.
La vicenda, ha riferito il deputato di Fi, travalica ormai confini capitolini, perché nella tagliola sono incappati 250 mila automobilisti e le contravvenzioni, sulle quali sono stati presentati decine di migliaia di ricorsi, alimentando una reazione collettiva con la nascita di comitati spontanei di cittadini, ammontano a 23 milioni di euro.
«È l'emblema - dice Baldelli - di cosa non si dovrebbe fare quando si amministra una città». «Una comunicazione carente da parte del Comune, una segnaletica stradale ingannevole e poco chiara che viene aggiornata dopo diversi mesi dall'apertura della preferenziale e una telecamera, fuori uso da anni, che viene improvvisamente riattivata sono - ha ricordato Baldelli - gli ingredienti della polpetta avvelenata».
«Negli ultimi anni c'è stato un aumento esponenziale delle sanzioni stradali - ha osservato ancora il deputato - perché le amministrazioni comunali ormai le utilizzano per fare cassa». «Ricordo che il codice della strada - ha risposto De Caro - affida ai Comuni il compito di regolamentare la circolazione. Se nell'istituire la corsia preferenziale, il Comune di Roma non ha ottemperato alle norme previste e non intende annullare i provvedimenti emessi, qualora riconosca che le disposizioni del codice non siano state rispettate, gli automobilisti, a cui sono stati notificati i verbali di infrazione, hanno la possibilità di utilizzare le misure di tutela previste dallo stesso codice stradale».
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