Ostia, concessioni balneari: il Consiglio di Stato darà la linea sul futuro degli stabilimenti

Ostia, concessioni balneari: il Consiglio di Stato darà la linea sul futuro degli stabilimenti

Sarà il Consiglio di Stato a dare la linea sul futuro delle concessioni degli stabilimenti balneari, comprese le 37 spiagge di Ostia che il Campidoglio vuole messe a bando. L’udienza plenaria prevista per il prossimo 20 ottobre potrebbe mettere un punto sulla questione che, rinvio dopo rinvio, sta tenendo i balneari sospesi da mesi, in attesa di una decisione definitiva sulla proroga o meno delle concessioni - 30mila in tutta Italia - fino al 2033. 

Intanto oggi l’annuncio degli operatori romani: il Tar del Lazio ha rimandato al 18 maggio la decisione sulla scelta del Comune di Roma di mettere a gara i lidi di Ostia.

Il capitolo mare di Roma inizia a fine dicembre 2020 quando, a sorpresa, il Comune apre i bandi di gara per 37 stabilimenti con le concessioni in scadenza entro l’anno. Dopo un mese il X Municipio  istituisce una “proroga tecnica” di un anno, quindi fino al prossimo 31 dicembre.

Nel frattempo partono i ricorsi dei balneari contro la decisione dell'amministrazione che “unico caso in Italia, ha messo a gara gli stabilimenti balneari di Ostia non applicando l’estensione al 2033 disposta dalla legge”. Il Tar del Lazio prima rimanda la decisione al 22 settembre, permettendo di fatto ai lidi di salvare la stagione estiva 2021.

Infine rimanda la decisione al prossimo maggio, mentre si attende il parere del Consiglio di Stato sulla spinosa questione. 

Una suspense che per gli imprenditori del mare sta diventando intollerabile. «È impossibile lavorare così - dice Eddy Moscara del Sib - gli operatori non sanno cosa dire ai propri dipendenti, se lavoreranno o meno la prossima stagione. Inoltre non possono decidere gli investimenti da fare, se procedere o no anche con i normali lavori di manutenzione».

«Sono fiducioso - commenta Massimo Muzzarelli di Federbalneari - perché, al di là da da quella che sarà la valutazione giuridica del Consiglio di Stato, il problema è che è stata creata una disparità tra chi ha avuto le proroghe e chi no. Il Paese è spaccato in due. Le amministrazioni che hanno accordato la proroga al 2033, dovrebbero revocare le concessioni degli stabilimenti sui quali però gli imprenditori hanno già fatto degli investimenti. Ne verrebbe fuori un vero mostro giuridico».  


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Settembre 2021, 21:01
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