Ostia, sotto choc il bambino "in vendita" in spiaggia dal padre: «Denutrito e sporco non parla con nessuno»
di Alessia Strinati
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Il bambino, scrivono Moira Di Mario e Raffaella Troili sul Messaggero, non parla e ora gli psicologi e i medici che lo hanno in cura stanno cercando di capire se il mutismo sia legato allo choc o a una patologia. Presumibilmente deve aver subito diversi traumi, secondo i medici, per questo tutte le analisi del caso per capire se è stato vittima di abusi vengono condotte con grande delicatezza per evitare di turbare ulteriormente il bimbo. Ora il minore è affidato ai servizi sociali e probabilmente non rientrerà in famiglia a breve.
Il papà, un rom di 23 anni, risiedeva nel complesso Le Salzare, serpentone di cemento armato sul lungomare degli Ardeatini finito spesso sotto i riflettori per smaltimento illegale di rifiuti, spaccio di stupefacenti e roghi tossici sotto le finestre degli appartamenti. Una zona degradata abitata principalmente da rom e bosniaci in cui si vive in condizioni di estremo disagio, con case abitate e condizioni igienico-sanitarie disastrose. Da lì l'uomo è partito con suo figlio mezzo nudo e lo ha portato in spiaggia provando a venderlo a dei bagnanti: chiedeva soldi in cambio di abusi sul piccolo. A un uomo ha chiesto esplicitamente: «Vuoi fare sesso con lui» e il passante sconvolto ha avvertito le autorità che hanno subito provato a fermare il padre.
Il 23enne ha abbandonato il piccolo e si è dato alla fuga per essere raggiunto e arrestato poco dopo con l'accusa di sfruttamento della prostituzione minorile e resistenza a pubblico ufficiale. Da ieri in carcere non parla, si è limitato solo a dire la sua età e l'etnia. Il bimbo è in ospedale, la mamma, la nonna e una zia hanno provato a vederlo andando nel nosocomio, ma per ora resterà in cura ai servizi sociali.
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Luglio 2020, 15:21
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