"Orte-Roma in carro frigo": ghiaccio nei vagoni, la rabbia dei pendolari

"Orte-Roma in carro frigo": ghiaccio nei vagoni, la rabbia dei pendolari

di Mauro Evangelisti
Lo hanno ribattezzato «palla di neve», ma l'immagine del treno con il ghiaccio nelle carrozze potrebbe ricordare anche il film Snowpiercer. Ieri mattina i pendolari saliti sul Regionale 2321 a Orte per raggiungere Roma, non credevano ai loro occhi. Era atteso per le 6.49 proveniente da Ancona, ma è arrivato con 75 minuti di ritardo. Fin qui, tutto quasi previsto per chi aspettava il treno, visto che da lunedì ormai il traffico dei regionali nel Lazio sta andando a singhiozzo (ieri viaggiava solo il 70 per cento dei convogli, oggi stessa musica).
 
 


La sorpresa era a bordo. Raccontano in una lettera quelli del Comitato pendolari di Orte parlando di Carri frigo: «Due carrozze erano completamente ghiacciate e con presenza di neve all'interno dei vagoni. Altre, più fortunate, non avevano neve all'interno ma il riscaldamento non riusciva a portare la temperatura interna a valori accettabili. Si viaggiava con cappello e cappuccio al fine di avere un minimo sollievo. Abbiamo segnalato anche pericolose formazioni di ghiaccio in prossimità dei passaggi di intercomunicazione tra un vagone e l'altro». Ovviamente lo stesso disagio è stato vissuto in precedenza da chi è salito su quel treno prima nelle Marche, poi in Umbria.

CALVARIO
Per i pendolari da lunedì mattina andare al lavoro è un calvario: cancellazioni, ritardi, ricerca affannata di informazioni per capire se si riuscirà a raggiungere l'ufficio o se si potrà tornare a casa. Le due stazioni di Viterbo lunedì e martedì sono state completamente chiuse e isolate. Pure per oggi, anche alla luce degli ultimi bollettini della protezione civile, nel Lazio è stato deciso da Rfi (società di Ferrovie che gestisce le infrastrutture) di proclamare l'emergenza «neve e ghiaccio»: questo significa che su 10 treni solo 7 saranno assicurati. Segnalazioni di disagi arrivano da tutte le stazioni del Lazio. Ieri sera a Ostiense, su nove partenze programmate tra le 19.30 e le 20, cinque erano state cancellate; un sesto treno, diretto a Orte, aveva 25 minuti di ritardo. Pietro Bardoscia, diretto a Cesano: «Sulla banchina tra i tanti in attesa qualcuno urla contro i controllori, ovviamente incolpevoli, altri inveiscono ad alta voci. I più però sono rassegnati».

Se nella Tuscia, dopo la parziale riapertura delle stazioni viterbesi di Porta Romana e Porta Fiorentina, le cancellazioni sono state comunque numerose (la maggior parte dei treni che viaggia sulla linea Viterbo-Roma non andava oltre Cesano), sulla Roma-Civitavecchia i pendolari (oltre 20mila ogni giorno) hanno denunciato lunghissime attese al freddo sulle banchine di stazioni come Ladispoli e Maccarese: «Per due ore di neve, tre giorni di problemi». Andrea Ricci del Comitato Pendolari Roma-Civitavecchia: «Un piano di emergenza non può basarsi solo su interventi di pianificazione della circolazione, dovrebbe anche prevedere interventi di prevenzione e pronto intervento». Altro fronte caldo quello del regionale Napoli-Roma che passa da Formia e Pomezia: ieri ritardi anche di due ore.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Marzo 2018, 10:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA