Omicidio Vannini, Antonio Ciontoli condannato a 14 anni: «Io il solo responsabile». Nove anni alla moglie e ai due figli
CIONTOLI CHIEDE PERDONO
«Chiedo perdono per quello che ho commesso e anche per quello che non ho commesso. So di non essere la vittima ma il solo responsabile di questa tragedia». Ha detto Antonio Ciontoli, imputato nel processo bis per l'omicidio di Marco Vannini, nel corso di dichiarazioni spontanee. Imputati al processo anche la moglie e i due figli di Ciontoli.
«Sulla mia pelle - ha continuato Ciontoli - sento quanto possa essere insopportabile, perché innaturale, dover sopportare la morte di un ragazzo di vent'anni, bello come il sole e buono come il pane. Quando si spegneranno le luci su questa vicenda, rimarrà il dolore lacerante a cui ho condannato chi ha amato Marco. Resterà il rimorso di quanto Marco è stato bello e di quanto avrebbe potuto esserlo ancora e che a causa del mio errore non sarà. Marco è stato il mio irrecuperabile errore».
LA PRIMA SENTENZA
A chiedere un nuovo processo era stata la Corte di Cassazione lo scorso febbraio che ha accolto il ricorso dei familiari di Marco Vannini, il 21enne morto il 18 maggio 2015 a Ladispoli nella casa della famiglia Ciontoli che frequentava perchè era il fidanzato di Martina, la figlia di Antonio Ciontoli. La corte d'appello infatti aveva condannato Antonio a 5 anni riconoscendogli il solo reato di omicidio colposo. Nel secondo processo il procuratore generale ha chiesto per i quattro imputati, Antonio Ciontoli, i figli Martina e Federico e la moglie Maria Pezzillo, 14 anni di carcere contestando al padre l'omicidio volontario e al resto della famiglia il concorso in omicidio.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Settembre 2020, 15:09
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