Omicidio Ciampino, «Guarda che regalo ti ho fatto». Così il killer ha ucciso il suo amico

«Guarda che regalo ti ho fatto». Così il killer ha ucciso il suo amico

di Emilio Orlando
«Ho un regalo per tutti e due, guardate qua», ha esclamato l'assassino prima di sparare nove colpi ed uccidere il trentacinquenne Alessandro Borrelli e ferire gravemente Stefano I. di 24, amico che avevano in comune. Rimane ancora avvolto nel mistero il delitto di via Cagliari 3 a Ciampino, avvenuto mercoledì sera in un condominio di case popolari nel comune alle porte della capitale. Ad uccidere l'impiegato del call center Almaviva è stato Cristian Gusmano, una guardia giurata in servizio di vigilanza alla regione Lazio che è arrivato in casa della vittima insieme all'amico che poi ha ferito. Un raptus di follia o un omicidio premeditato in piena regola alimentato da rancori personali e vecchie ruggini tra i tre? Sono le domande a cui i detective del nucleo investigativo di Frascati con i carabinieri di Castel Gandolfo stanno cercando di dare una risposta. Il gruppo di amici, originari del quartiere della Romanina apparentemente molto affiatato con la passione in comune del ballo latino americano, condivideva molti hobby ed interessi. Cosa possa essere successo nel appartamento al piano terra di via Cagliari, che si trova a pochi metri da dove il 6 aprile scorso c'era stato un altro omicidio tra fratelli è ancora un giallo tutto da chiarire. Sia la vittima che il suo assassino erano incensurati, come anche il ventiquattrenne ferito con cinque proiettili. Sulla scena del crimine non sono state trovate tracce di droga e nemmeno indizi che possano ricondurre ad ipotesi legate ad ambienti malavitosi. Alessandro Borrelli, si era trasferito a Ciampino da poco, dopo aver ristrutturato la casa dove è avvenuta l'inspiegabile tragedia. La pista passionale, quella ipotizzata a tutta prima rimane forse quella più accreditata ma dai contorni ancora da delineare. La procura di Velletri, che coordina le indagini dei carabinieri segue anche la pista del gesto premeditato, una punizione che Gusmano voleva dare alle due vittime. Nessuno dei familiari dei ragazzi, ha confermato un qualche legame sentimentale tra i tre. Secondo i vicini, che hanno sentito per primi gli spari ed hanno dato l'allarme, in quell'appartamento al piano terra, con l'ingresso di servizio, defilato rispetto al portone principale, c'era un continuo via vai di uomini, particolare che già in tempi non sospetti aveva incuriosito il vicinato.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Maggio 2020, 08:31
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